sabato 2 gennaio 2016

Inquinamento - L'illustre assente: l'Inceneritore dei rifiuti di Modena

L’inquinamento atmosferico ha molti padri e patrigni, c’è un illustre assente: l’inceneritore di Modena.


Le recenti affermazioni del neo-Assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Giulio Guerzoni: “…per chiederci se il piano di emergenza non debba prevedere anche uno stop all’inceneritore: «Io sto a quanto scritto nel piano e quanto detto dagli esperti: l’inquinamento da inceneritore non incide per nulla sulla qualità dell’aria che respiriamo. Ciò che dobbiamo monitorare, oltre al traffico, sono le aziende e il riscaldamento»”. (citazione dal sito della Gazzetta di Modena del 29-12-2015).contrastano in modo netto e preciso con i dati forniti da Arpa e da Hera,  oltre che a qualsiasi evidenza tecnico-scientifica, come dettaglieremo in seguito.
Per cui nascono forti dubbi di competenza e/o coerenza nelle succitate affermazioni dell’Assessore. Una specie di auto assoluzione, per capirci.
Intendiamoci, è necessario chiedere limiti ai cittadini sulle loro attività/consumi inquinanti (auto - riscaldamento ecc.) mettendo in discussione stili di vita, consumismo ecc.
E non tutto l’inquinamento viene dall’ inceneritore, ma coerenza vorrebbe guardare in casa propria prima di chiedere limitazioni agli altri.
E invece  quando le medesime considerazioni-limitazioni vanno a toccare scelte fatte dai suddetti amministratori, scatta una sorta di muro del silenzio, appunto l’innominabile Inceneritore.
Eppure c’è , e pure raddoppiato di recente, non tragga in inganno il fumo visibile, l’impianto emette sempre quello che si vede in foto anche quando non si vede, l’unica differenza è che a volte si vede e a volte no in base alle condizioni atmosferiche.



CHE FARE?

Una premessa di presentazione.
L’ inceneritore di Modena è situato a soli 3.6 km in linea d’aria da Piazza Grande, direzione Nord, è il più grosso forno singolo, e di conseguenza la più grossa fonte inquinante singola,  della intera regione Emilia Romagna. E’ alto come circa come la Ghirlandina, 80 metri.
Ogni anno emette e disperde in ambiente oltre 2 (due) miliardi di metri cubi di “emissioni inquinanti” e tonnellate su tonnellate  degli inquinanti.Per rendere meglio l’idea si tratta di circa 240.000 metri cubi/ora emessi, ovvero quello che esce dall’inceneritore  riempie  di emissioni inquinanti l’intero volume dello stadio Braglia gradinate e tribune comprese, ogni ora di ogni giorno dell’anno.


Area di ricaduta
La sua area di ricaduta principale arriva praticamente su tutto il  Comune di Modena, e  sui sei Comuni della cintura Nord : Campogalliano, Soliera, Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Castelfranco Emilia. Arriva anche oltre, ma per ora ci fermiamo qui.
Questo impatto anche sui Comuni limitrofi non sede dell’impianto, ha previsto, da parte dei medesimi Comuni, un espresso consenso ad accettare le emissioni inquinanti provenienti dall’inceneritore di Modena e ricadenti nel proprio territorio. Questo consenso è stato regolarmente fornito gli scorsi anni. 

Quanto impatta
Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, a parte l’ovvia considerazione “nulla si crea e nulla si distrugge” quindi quello che entra nell’inceneritore, nel 2014 oltre 200.000 tonnellate, a parte la quota che resta intrappolata nei filtri, circa il 30 %, il resto viene espulso in aria, quindi stiamo parlando di circa 120-130.000 tonnellate anno (2014) espulse !!.
Per uno dei principali inquinanti, NO2 oppure NOx, ossidi di azoto, forse non sono molto “famosi” ma sono importanti e impattatanti, per intenderci sono gli stessi che:
1-      Vengono visti e usati dalle foto satellitari che indicare le zone inquinate nel mondo.
2-      Sono quelli citati nel rapporto di circa un mese fa dalla Agenzia Europea del’Ambiente come causa di problemi alla salute..
3-  Sono gli stessi che hanno recentemente hanno messo in difficoltà un importante Marchio Automobilistico

Per questo inquinante le emissioni riconducibili all’inceneritore sono quasi il doppio dei riscaldamenti  domestici !
Il che rende abbastanza inefficaci  le pur doverose limitazioni orarie ai suddetti riscaldamenti aventi lo scopo di limitare l’inquinamento. 

Dopo questa lunga e doverosa  premessa, le proposte operative pratiche:
1-    Il riconoscimento dell’errore di (pre)visione strategica nella gestione rifiuti della precedente amministrazione puntato tutto sull’incenerimento dei rifiuti. Con conseguente indicazione  a Hera di potenziare/raddoppiare gli inceneritori, ivi compresa Modena con il raddoppio dell’impianto. 
2-    Questo errore trova preciso riscontro nella approvazione della recente legge regionale sulla gestione dei rifiuti che appunto indica la raccolta differenziata  e il superamento della logica inceneritori da parte del Presidente della Regione Emilia Romagna.
3 -    Il riconoscimento pubblico dello status di fonte inquinante importante dell’inceneritore di Modena (ovviamente anche per tutti gli altri) e la conseguente adozione dei provvedimenti necessari a limitarne l’uso. Ovvero par condicio con le stesse limitazioni chieste ai cittadini.
4 -    Estendere tali considerazioni-limitazioni a tutti gli inceneritori, gruppo Hera in particolare.
5 -    Adottare provvedimenti fortemente limitanti le quantità bruciate, con il preciso obbiettivo di spegnere tutti gli inceneritori in E.R entro il 2019. 
6-    Puntare seriamente sulla raccolta differenziata porta a porta e con tariffa puntuale (per far pagare ai cittadini solo ciò che non va a riciclo) e su tutto il territorio provinciale e regionale. L'unico sistema che con centri di trattamento a freddo, selezione e riciclo riescono a eliminare la necessità di incenerire. Carta e plastica in particolare, le più facili e consolidate da differenziare tolgono combustibile all’inceneritore. Gestione dei rifiuti ormai conosciute e consolidate a livello locale da Aimag su Soliera, Carpi, Novi, Medolla. Oltre che da diverse altre realtà in Italia e nel mondo.

Conclusioni.
L’impianto inquina e tanto e il Sindaco e chi gestisce/controlla l'impianto dovrebbe, per principio di precauzione e responsabilità sulla salute dei cittadini oltre che per coerenza con quanto dichiarato pubblicamente, limitarne l’uso e adottare tecniche diverse per una veloce dismissione  dell'incenerimento dei rifiuti. Altrimenti ci costringe a pensare che le scelte siano solo soggette a logiche di mercato.  




Il gioco dei 3 inquinanti.                                
Hera ed Arpa, sui media locali, commentano il nostro contributo del 29-12-2015. Qui sopra riportato.
In generale affermare come fa Arpa che l’ inceneritore inquina “solo” per l’uno (1%) per cento dell’inquinamento nel Comune di Modena è anzitutto un passo avanti rispetto al “ …incide per nulla…” dichiarato dall’Assessore Guerzoni ( supportato esperti ) sulla stampa il 29-12-2015.
Poi è comunque una quota rilevante, si tratterebbe di 3,6 giorni/anno, mezza settimana,  in meno di inquinamento, perché no?
Soprattutto la considerazione di Arpa assomiglia alla “media del pollo”, ovvero 1% è la media di tutti gli inquinanti monitorati, ma alcuni “abbassano” la media, e altri la “alzano”, come documentano Arpa ed Hera in altri studi.
Infatti, nel caso degli NOx la percentuale emessa arriva a quasi raddoppiare l’inquinamento da riscaldamento domestico nel Comune di Modena.
Per i non addetti ai lavori, gli NOx sono quelli usati nelle foto satellitari per mostrare le zone inquinate nel mondo, della Agenzia Europea nella recente ricerca su inquinamento e salute e s sono alla base dei recenti problemi della Casa Automobilistica. (si veda il nostro comunicato di ieri  29-12-2015).
Discorso analogo per le considerazioni di HERA.
Tra la decina di inquinanti emessi e monitorati viene scelto da Hera il PM1O come dimostrazione di  “scarso rilievo” inquinante dell’inceneritore di Modena.
Osservazione  formalmente corretta ma  per completezza occorrerebbe citare tutti gli inquinanti con relativa percentuale di impatto.
Perché vengono emessi tutti contemporaneamente. Sempre.
E allora le percentuali di impatto cambiano.
Nel caso degli NOx la percentuale emessa arriva a quasi raddoppiare l’inquinamento da riscaldamento domestico nel Comune di Modena, vedi sopra.
Avendo comunque presente che il raddoppio dell’impianto, con relativo surplus di inquinamento,  era evitabile,  e che ora (dati 2014) su 202.000 tonnellate di rifiuti bruciati  circa il 30% viene da fuori Modena.
Bastava applicare i dettami della recente legge regionale sui rifiuti, noti e arcinoti da almeno 20 anni , prima di raddoppiare l’impianto.
E che potrà arrivare a 240.000 di rifiuti bruciate nei prossimi anni senza sapere chi lo decide.
Alcune altre considerazioni:
Per quanto riguarda il rispetto dei limiti di legge o fare meglio o molto meglio, questa “performance” oltre che doverosa, appunto per legge, NON significa  innocua per la salute delle emissioni stesse, chiunque produca queste emissioni.
Facciamo notare che tutte le emissioni, auto, riscaldamenti, inceneritori, ecc. in Val Padana sono presumibilmente a “norma di legge” eppure l'inquinamento c'è ed i problemi di salute non mancano.



Il Comitato Modena Salute Ambiente
Silvano Guerzoni


Questo è il testo integrale dell'articolo inviato ai media. 
Con la sola esclusione di alcuni grafici esplicativi che non è stato possibile pubblicare.


venerdì 1 gennaio 2016

I dati allarmanti dell'Agenzia Europea per l'Ambiente sulla Pianura Padana

I dati allarmanti dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, resi noti il primo giorno della conferenza sul clima di Parigi. Italia e Pianura Padana le peggiori d'Europa.

Italia e Pianura Padana le peggiori d’Europa

Italia e Pianura Padana le peggiori d’Europa

Italia e Pianura Padana le peggiori d’Europa


L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa: riduce la durata di vita delle persone e contribuisce alla diffusione di gravi patologie. Secondo un nuovo dossier pubblicato oggi dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), l'inquinamento atmosferico «continua ad essere responsabile di oltre 430mila morti premature in Europa». A provocare problemi respiratori, malattie cardiovascolari, cancro e decessi prematuri, evidenzia l'Agenzia, sono le concentrazioni di particelle di inquinamento sia in atmosfera che negli strati bassi dell'atmosfera, quasi al livello del suolo, e tra i responsabili c'è il biossido di azoto.
La relazione fornisce stime relative alle morti premature anche a livello nazionale. Per l'Italia si parla di 59.500 morti premature attribuibili all'esposizione a particolato sottile (Pm2,5); 3.300 all'ozono (O3); 21.600 al biossido di azoto (NO2). Il totale delle morti anticipate causate dai tre inquinanti in Italia è quindi di 84.400.
«Nonostante i continui miglioramenti negli ultimi decenni, l'inquinamento atmosferico è ancora una minaccia per la salute degli europei, riducendo la loro qualità di vita e la speranza di vita» ha detto il direttore del See, Hans Bruyninckx. Ma lo smog comporta pesanti ricadute anche su costi ospedalieri, perdita di giornate di lavoro, problemi di salute, danni agli edifici ed è causa di un'inferiore resa dei raccolti. L'Agenzia europea per l'ambiente ha inoltre riferito che nel 2013, l'87% degli abitanti delle città nell'Unione europea sono stati esposti a livelli particelle di inquinamento che superavano gli standard di qualità dell'aria definiti dall'Organizzazione mondiale della sanità, più rigorose di quelle dell'Ue. Se l'Unione europea dovesse adottare gli standard dell'Oms, ha avvertito l'Agenzia, le concentrazioni di particelle inquinanti calerebbero di circa un terzo ed i decessi prematuri scenderebbero a 144mila.

Link:
Allarme Aea: lo smog causa 430mila decessi prematuri in Europa - 30 novembre 2015




sabato 5 dicembre 2015

COMUNI VERSO RIFIUTI ZERO





Stamattina a Medolla la premiazione del Comune più virtuoso della regione. Il rifiuto residuo dalla RD (85,8%) è stato il più basso di tutti: 67 kg/abitante di rifiuti non inviati a riciclaggio. Subito dopo, nella nostra Provincia, si posiziona Nonantola, con 91,9 kg/ab di rifiuti residui con una RD al 79,3%. Frutto della volontà di alcuni amministratori e multiutility. 
Modena è al 150* posto in graduatoria.



Nell'analisi effettuata dalla Rete Rifiuti zero ER emerge che la quasi totalità dei comuni virtuosi effettuano raccolta differenziata senza o con tariffa puntuale. Gli altri metodi non raggiungono questi risultati. Inoltre emerge, con questo metodo, un forte calo della produzione di rifiuti a cui corrisponde un leggero calo dei costi ad abitante: con raccolta stradale 130€ e con porta a porta 126€.

domenica 9 agosto 2015

Esposto alla CE per proroga senza gara ad Hera - PDL e gestione rifiuti in Emilia Romagna


 Da tempo mi occupo di rifiuti, inceneritori e quant'altro ed ho firmato e supportato l'esposto alla Commissione Europea sulle proroghe concesse senza gara per l'assegnazione del servizio rifiuti ad Hera.
Ho seguito il dibattito di questi giorni e mi sento di aggiungere e suggerire a chi ci rappresenta in Atersir, (il Sindaco di Castelfranco Reggianini), nel momento in cui difende e minimizza la scelta della proroga senzaara e chiede ai firmatari dell'esposto (invece di protestare, dice lui...) di suggerire metodi omogenei di gestione del servizio rifiuti per abbreviare i tempi ancora lunghi per il bando di gara.


 Il metodo e gli obiettivi sono chiari e tra l'altro individuati e approvati dalla Giunta Regionale un mese fa nel progetto di legge su diminuzione dei rifiuti, raccolta differenziata al 73% , economia circolare e istituzione "finalmente" della tariffa puntuale. Questo pdl, partito dalle associazioni ambientaliste, che è costato 4 anni di discussioni, contempla anche la divisione tra servizio di raccolta rifiuti e smaltimento. Troviamo sia un buon punto di partenza, ne ha parlato alla stampa Stefano Bonaccini spingendo (cosa da non credere!) sull'economia circolare. E' chiaro che questo progetto di legge, approvato dalla Giunta regionale,  che ancora purtroppo non è approdato in assemblea legislativa (rimandato a settembre) è un documento importante ma deve essere conosciuto dagli addetti ai lavori. Devono tenerne conto nell'elaborazione dei piani e dei bandi, altrimenti è una grossa presa in giro da parte della Regione e di Atersir.



Abbiamo una progetto di legge abbastanza valido, partiamo da questo:

PROGETTO DI LEGGE "DISPOSIZIONI A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA CIRCOLARE, DELLA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI, DEL RIUSO DEI BENI

Alcuni commenti
 http://ilnuovo.redaweb.it/component/content/article/38-cronaca-in-evidenza/5861-legge-sui-rifiuti-piovono-critiche-alludienza-conoscitiva-in-regione-emilia-romagna.html

lunedì 25 maggio 2015

E NOI PAGHIAMO...




Nell’agosto 2013, il governo Letta vara un DM per determinare il calcolo dell'efficienza energetica degli impianti di incenerimento. Scrive però numeri divergenti rispetto ai parametri europei: gli inceneritori italiani guadagnano un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei e viene autorizzata, di fatto, l'emissione nell'aria di una quantità maggiore di inquinanti.



Cosi, ogni inceneritore in Italia, e anche quello di Modena, che non stia lavorando a pieno regime puo’ importare rifiuti da bruciare sino al tetto massimo consentito, senza più alcun limite per quanto riguarda la provenienza. In Regione Emilia-Romagna la capacità totale degli inceneritori è di bruciare oltre 1 milione di tonnellate l'anno. Per il "fabbisogno" interno se ne bruciano invece "solo" circa 630.000 tonnellate di RSU. Questo significa che, potenzialmente, ci sono altre 400.000 tonnellate di rifiuti speciali da smaltire. Per l’inceneritore di Modena significa che potranno bruciare 240.000 t/anno di rifiuti e forse piu’ visto che andranno a saturazione del carico termico. Anche se per le nostre necessità ne basterebbero 130.000. Figurarsi se facessimo il porta a porta con tariffa puntuale, con ulteriore calo di rifiuti indifferenziati prodotti.
Nel caso dell'inceneritore di Modena Medicina Democratica, per mano di Marco Caldiroli (e del suo presidente) nel gennaio 2014, denuncio’ questo ed altre mal interpretazioni delle norme.
Con determinazione provinciale n. 206 del 19.11.2013 la Provincia di Modena ha riconosciuto, su richiesta del gestore Herambiente, l’applicazione al calcolo dell’efficienza energetica di un fattore correttivo (KC) in relazione alle condizioni climatiche dell’area nella misura pari a 1,382. Il riconoscimento suddetto è avvenuto sulla base dei contenuti del Decreto del Ministero dell’Ambiente 7.08.2013.
Sul DM 7/8/2013 interviene l'Europa e nel 2014 chiede al governo italiano di cambiare i parametri per classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (da D10 - smaltimento - a R1 - recupero -) perché non sono conformi a quelli della direttiva europea Rifiuti del 2008.
Il Governo non ha fatto niente, anzi ha aggravato la situazione perché con il successivo decreto Sblocca Italia (art. 35 del D.L) ha consentito cambi di classificazione degli inceneritori ancora una volta in modo non rispettoso della direttiva europea.
Dopo le denunce, la Commissione europea ha avviato una procedura d'indagine, la UE-Pilot 5714/13/ENVI, che è ancora in corso. La Commissione ha collaborato con gli Stati membri per definire i parametri previsti nell'allegato II della direttiva 2008/98 / CE al fine di prendere in considerazione un fattore di correzione clima di cui all'articolo 38 (1) della direttiva 2008/98 / CE. Di conseguenza, questi parametri dovrebbero essere adottati sotto forma di una direttiva della Commissione nel prossimo periodo. Le autorità italiane dovranno modificare il DM 7/8/2013, in modo da renderlo compatibile con le nuove disposizioni che verranno adottate, altrimenti una procedura di infrazione può essere aperta dalla Commissione.
Quindi ora per l'Italia c'è il rischio reale di una procedura di infrazione e di una multa riguardante le autorizzazioni agli inceneritori, per non aver ottemperato all'adeguamento della propria normativa di classificazione secondo le norme europee. Per accontentare le lobby di inceneritoristi pagheremo noi, prima in salute poi in soldoni.

venerdì 5 dicembre 2014

Bretella: firmata la convenzione tra Ministero e società che la deve costruire e gestire




Via libera alla Bretella, ieri firmata la convenzione tra il Ministero e la società che la deve costruire e gestire per 31 anni!
Siamo proprio sicuri che quest'opera sia attesa? E che dopo oltre 30 anni sia davvero ancora utile? Son cambiate un po di cose in 30 anni, intanto c'è già un altra superstrada Modena-Sassuolo (oltre ad altre strade) sufficiente in quel tratto. Chi utilizzerà un' autostrada a pagamento quando ce n'è un'altra gratuita? Poi nel comprensorio ceramico non è intervenuta la crisi? Tutto come allora? Se proprio serviva non era meglio far viaggiare le merci su ferrovia realizzando il tratto Marzaglia-Dinazzano? Se vogliamo parlare di lavoro, le risorse a disposizione potevano essere spese quindi in tanti altri modi più utili, per esempio facendo manutenzione agli argini del Fiume Secchia, anzichè danneggiando ulteriormente il corso del fiume con quest'opera. Poi mi pare ci sia ancora molto da fare nei territori della bassa colpiti dal sisma.