domenica 21 luglio 2013

Il contratto per il servizio di gestione degli impianti di pubblica illuminazione. Confronto Bologna-Modena.



Il contratto, con Hera Spa, per la gestione degli impianti di illuminazione pubblica siti nel territorio del Comune di Modena, scaduto lo scorso dicembre e prorogato, con delibera di giunta del 12/02/2013, fino a tutto  febbraio 2013.
Il caso di Modena, l'avere ceduto a Meta ora Hera spa, la proprietà della rete di illuminazione di Modena, si è rivelato un pessimo affare. Il comune di Bologna non l'ha fatto e può rivolgersi al mercato dell'energia per avere l'illuminazione al costo minore possibile. Il comune di Modena potrebbe farlo ma poi dovrebbe pagare l'affitto della rete ad Hera. Le cifre di cui si parla sono eloquenti: almeno tre milioni per l'energia e il servizio a cui vanno aggiunti tre milioni di remunerazione del capitale (rete e punti luce).
Vi invio questo breve, ma spero esaustivo prospetto dove si tenta un confronto tra il contratto per la pubblica illuminazione sottoscritto dal Comune di Bologna attraverso il portale CONSIP (contratto tipo Servizio Luce 2) e reso noto ieri 18/7/2013 dal Corriere di Bologna ed il contratto di servizio che il Comune di Modena ha con Hera SpA e che vorrebbe rinnovare per un numero imprecisato di anni.

I numeri parlano da soli, i bolognesi spendono meno e la città riceve tanto di più.

Il contratto per il servizio di gestione degli impianti di illuminazione. Confronto Bologna-Modena.

Comune
Bologna (IP)
Modena (IP)
Proprietà della rete
Comune di Bologna
Hera S.p.A.
Ditta incaricata
Enel Sole
Hera S.p.A.
Contratto
CONSIP Servizio Luce 2
Contratto di servizio  
Servizio appaltato
Gestione degli impianti di illuminazione pubblica inclusi i consumi per 45.000 pali, i semafori e gli impianti tecnologici del tunnel Ravone.
Gestione degli impianti di illuminazione pubblica inclusi i consumi per 31.000 pali.
Durata appalto
9 anni
Concessione per  30 anni non più valida per norma di legge; il 31/12/2012 scaduto il contratto di Servizio 2008-2012 (5 anni). Il contratto è rinnovabile per altri 4 anni max.
Costo per il comune
6.482.341, 11 Euro/anno per l’illuminazione pubblica (IP) + 731.924,401 Euro/anno per i semafori
6.000.000 Euro/anno per l’illuminazione pubblica
Costo a palo per l’illuminazione pubblica (IP)
172,51 € / anno

193,54 € / anno
Cosa include l’appalto
• Acquisto energia elettrica
• Esercizio degli impianti
• Manutenzione ordinaria su richiesta dell’ente
• Manutenzione straordinaria su richiesta dell’ente
• Acquisto energia elettrica
• Esercizio degli impianti
• Manutenzione ordinaria
• Manutenzione straordinaria con canone fisso a forfait  (800 mila € di cui 50% per gli impianti di nuova realizzazione ed una quota pari al 50% all’adeguamento e aggiornamento degli impianti già in esercizio).
• Ammortamento del valore dell'impianto (circa 700 mila €/anno) a carico del Comune.
Riqualificazioni co-finanziate
• Eliminazione completa delle lampade a vapori di mercurio, così come previsto dalle normative, e la loro sostituzione con sorgenti ad efficienza elevata con conseguente
• Aumento dell’efficienza degli impianti;
• Eliminazione   completa   delle   cabine   di   trasformazione   di   media   tensione   e sostituzione dei relativi circuiti di alimentazione;
• Attivazione di sistemi di telecontrollo punto a punto sui corpi illuminanti oggetto di intervento.
Spesa cofinanziata dal comune con 671.565 Euro/anno per 9 anni (6.044.080,68 in totale)
• Installazione contatori
• Telecontrollo dei principali punti di consegna della energia (cioè non del tipo punto-punto che permette di intervenire sul singolo palo).
• Monitoraggio dei consumi e dei parametri di funzionamento.
• Riqualificazioni (pagate nel canone)
• Piano Urbano di Illuminazione (classificare aree, individuare edifici storici per scenografie notturne, componentistica di arredo).



Riqualificazioni  a carico della ditta aggiudicatrice
• Completare l’eliminazione delle sorgenti a bassa efficienza;
• Telecontrollo “Punto–Punto” tutti gli apparecchi oggi alimentati in serie (circa i 2/3 del totale) con apparecchi con reattore elettronico dimmerabile;
• Rifacimento di tutte le linee di alimentazione in serie (circa 900 km);
• Eliminazione tutte le cabine media tensione con l’installazione di circa 450 quadri + TLC.
Valore delle opere 19.630.454,36 Euro
Nessuna

Risparmio economico atteso annuo
420-480 mila Euro/anno
Non dichiarato
Risparmio in % sul totale dell’energia
40%
15%
Risparmio in kwh annuo
12 milioni di kWh/anno
Non dichiarato
Risparmio in CO2 annuo
6 milioni di kg /anno
Non dichiarato

Dati di spesa a carico del comune

Comune
Bologna (IP)
Modena (IP)
Canone per i 9 anni
58 341 069,99 (9 anni * 6.482.341,11 euro/anno -- fornitura EE, gestione, man ordinaria) (IVA inclusa)
54.000.000
Manutenzione ordinaria su richiesta (stima)
2.921.189,00 (1*68.689 + 3*465.000 + 5*265.000 + 1*132.500) (IVA inclusa)
Inclusa
Manutenzione straordinaria su richiesta (stima)
2.559.374,00
Inclusa
Investimenti
6.044.080,68
Incluso in forfait (vedi sopra)
SOMMANO
69.865.713,67
54.000.000
Numero pali (IP)
45000
31000
Costo a palo per anno (Euro)
172,51
193,54

Dati di spesa a carico della ditta
Aumento efficienza  e rinnovo impianti
19.630.454
Nessuno

Totale spese comune meno investimenti ditta
Comune
Bologna solo IP
Modena (IP)
Totale
50.235.259,67
(69.865.713,67 - 19.630.454)
1.116,34 Euro a palo in 9 anni
54.000.000
pari a 1.800 Euro a palo in 9 anni

sabato 13 luglio 2013

Iniziativa popolare tutela delle acque. NO ala costruzione nelle aree di rispetto alle falde. Interrogazione 100perModena. Passate e ulteriori nostre iniziative e interrogazioni sul tema.

Gia' nel 2011 avevamo chiesto alla Provincia di Modena di avere accesso al lavoro prodotto dal Tavolo Nitrati perchè il Comune di Modena non partecipava ai lavori del tavolo. 

La risposta è stata per due volte negativa in quanto i lavori non erano finiti e non era ancora stato elaborato il Quadro Conoscitivo. Ormai sono passati due anni e ancora di quel quadro Conoscitivo non c'è traccia.

Per quanto riguarda le aree di via Canizzaro ed Aristotele la nostra interrogazione sulle potenzialità edificatorie dimostra che, nonostante l'emendamento approvato che trasferiva nel documento preliminare del PSC l'intera riconsiderazione del destino delle aree F, l'amministrazione ammette che i diritti edificatori rimangono inalterati.

Infatti l'ass. Giacobazzi in Consiglio, il 17/3/2013, risponde: "effettivamente ci sono, relativamente alle aree F di cui stiamo parlando, delle potenzialità edificatorie previste: sono previste in vario modo e a vario titolo nello strumento urbanistico vigente che, come sappiamo, destina queste zone principalmente ad attrezzature di carattere generale di natura privata, quindi abbiamo detto case di cura, multisala, eccetera, eccetera; ci sono potenzialità edificatorie che dipendono da accordi stipulati tra l'Amministrazione comunale e i privati proprietari ai sensi di un articolo dello stesso PSC, l'articolo 16.7 bis; c'è una potenzialità edificatoria definita dello strumento urbanistico attuale di circa 0,4 metri quadri su metri quadri per quelle zone F che abbiano già degli edifici esistenti, cioè che insistono su insediamenti esistenti. Quindi c'è una questione di potenzialità edificatoria".

La proposta di delibera popolare, presentata ieri insieme alle altre liste e associazioni, inquadra bene questi temi che da parte nostra seguiamo dall'ormai lontano 2009.

Le 300 firme necessarie serviranno a riproporre in consiglio comunale questi temi nella speranza che la maggioranza che governa Modena ritorni su suoi passi.

Lunedì 15 luglio 2013, in consiglio comunale, insieme alla trattazione delle delibere sulle aree F, verrà data risposta anche ad una nostra interrogazione sul rispetto delle decisioni del processo partecipativo dei 100perModena, in cui si chiede alla Giunta Comunale:

• Se si ha l’intenzione di rispettare quanto proposto dai cittadini che hanno partecipato a 100perModena e di non dare corso ai progetti edilizi sulle due aree in questione;


• Come si intende rispettare la delibera delle linee di indirizzo del PSC, e dell’emendamento relativo, che chiaramente prevedono di configurare nel documento preliminare, tenendo conto dei processi partecipativi (100Xmodena, altro?), una completa revisione delle previsioni che attengono alle aree F;

• Cosa significa, nel comunicato dell’Assessore: “ragionare sulla base delle indicazioni ambientali certe che emergeranno dalla VIA, e non in modo pregiudiziale ed emotivo”? Ignorare il parere espresso dai 100 per Modena? Ignorare anche la preoccupazione ed il parere dei Sindaci dell’Unione Terre d’Argine e di Finale E. e S. Felice s/P?


mercoledì 10 luglio 2013

Stato di conservazione delle reti acquedottistiche e determinazione della presenza di fibre amianto

Visti i comunicati relativi all'acquedotto di Carpi, ho ritenuto opportuno presentare in consiglio comunale a Modena questa interrogazione :

La norma di riferimento per l´amianto, DM 14.5.96 all. 3, pur rimandando quanto riferito dall´Organizzazione  Mondiale della Sanità (OMS), ovvero che "non esiste alcuna prova seria che l´ingestione di amianto sia pericolosa per la salute, non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida fondato su considerazioni di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nell´acqua potabile",  pone l´attenzione sul possibile rilascio di fibre da tubazioni o serbatoi in cemento-amianto, soprattutto in relazione all'aggressività delle acque. Il DM citato, richiama l´attenzione delle competenti amministrazioni ad un controllo dello stato di conservazione delle reti nonché ad una rapida e progressiva sostituzione di tubazioni e serbatoi in cemento-amianto.Considerato che nel Comune di Modena, come in larga parte della Regione Emilia Romagna, sembra ci siano almeno il 25-30 % di reti idriche in cemento-amianto; che a seguito di monitoraggi periodici che l'Asl effettua sull'acqua che sgorga dall’acquedotto di Carpi, intensificati dopo il sisma dello scorso maggio, è stata rilevata una presenza di fibre d'amianto tra 1.000 e 11mila fibre per litro. 
La situazione delle reti dell’acquedotto modenese è tale ed indipendente dal fatto che i pozzi di prelevamento del comune carpigiano si trovino a Fontana di Rubiera e che non vi siano collegamenti dell'acquedotto di Carpi con i pozzi di Cognento e in generale con l’acqua prelevata a Modena.

Pertanto si chiede alla Giunta comunale di Modena di sapere:
1)   Se vengono fatti controlli periodici e se è stato fatto un controllo dello stato di conservazione/manutenzione delle reti acquedottistiche dopo i recenti episodi di sisma; 
2) Qual è l’estensione del problema, cioè in quale percentuale, nel territorio Comune di Modena, sono realmente presenti condotte in cemento-amianto e dove?
3) Se è stata fatta un’indagine sulla presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile;
4)  Se si ha l’intenzione di sensibilizzare il gestore della rete dell’acquedotto a procedere ad una rapida e progressiva sostituzione di tubazioni e serbatoi in cemento-amianto, come la norma di riferimento per l´amianto, DM 14.5.96 all. 3, prevederebbe.

sabato 6 luglio 2013

Tessera abbonamento bus "Mi Muovo"

La risposta alla mia interrogazione su Seta e la sostituzione a pagamento delle tessere ABBONAMENTI BUS in cui chiedo di ELIMINARE il costo di 5 € : "Stiamo lavorando per annullare il costo di 5 euro per il cambio della tessera, dopo aver evitato i 5euro aggiuntivi che erano stati fissati solo per l’area di Modena”, afferma l'ass. Giacobazzi, rispondendo in Consiglio comunale a un’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) sulla conversione degli abbonamenti con tessere magnetiche del trasporto pubblico locale nella quale si chiedeva anche se è possibile “sollevare gli utenti” dalla spesa dei cinque euro, magari utilizzando i tre milioni di euro stanziati dalla Regione per l’adeguamento tecnologico.
Giacobazzi ha confermato il lavoro che si sta compiendo “per evitare questa spesa ingiusta per gli utenti, ma la copertura dei costi non potrà arrivare da quei tre milioni di euro che erano assegnati, con una delibera del 2007, sì agli adeguamenti tecnologici ma non alle tessere magnetiche. In ogni caso, il costo dei cinque euro rimarrà per le tessere nuove e per quelle scadute dopo cinque anni”.
“Spero si trovino presto le risorse per risolvere una situazione che oggi determina un’ingiustizia: l’utente, infatti, dovrebbe pagare – ha replicato Sandra Poppi – solo se la sostituzione è dovuta a una sua colpa”.


Oggi leggo che dall'incontro di ieri con l'ass. regionale Peri, pare siano arrivati all'accordo: il costo non puo' ricadere sui cittadini che non possono essere penalizzati da scelte che appartengono alla sfera gestionale del sistema trasporti. Definiranno le modalità tecniche comprese le forme di rimborso dei 5 euro.

Bilancio e dintorni

L'estrema sintesi del mio ultimo intervento di lun 1/7 sul bilancio, sul quale ho votato contro: “il bilancio risente della situazione generale del Paese ma è lontano dalle richieste dei cittadini. I due emendamenti di modenasaluteambiente.it propongono la vendita di parte delle azioni del servizio Farmacie comunali, (ferma restando la proprietà) per finanziare, con sette milioni e 300 mila euro, l'abbattimento del debito del Comune, consentire il pagamento di fornitori e imprese rilanciando l’economia e aumentando l’occupazione, e organizzare la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale per le utenze non domestiche che potranno scaricare il 10% di Iva sulla fatturazione del servizio, al contrario di quanto avviene con la Tares. Con un milione è anche prevista la costruzione della rotatoria tra via Emilia e via Scartazza. Credo inoltre vada sospesa la tassa di soggiorno e ho condiviso la riduzione dei trasferimenti ai gruppi, mentre andrebbe prevista l’Imu sulle attività estrattive”.

L’ordine del giorno, presentato lunedì 1 luglio sul bilancio del Comune di Modena, per il Rinnovo e adeguamento all'inflazione del protocollo d’intesa con Herambiente sul disagio ambientale (somma pari a circa 1.400.000 € che il gestore versa al comune ogni anno per la presenza dell'inceneritore nel territorio comunale, scaduto il 31/12/2013) che chiedevo fosse usato per il finanziamento del porta a porta in tutto il territorio comunale, è stato respinto con il voto a favore delle opposizioni, contrario del Pd e con l’astensione di Sel.

Leggo sulla stampa che le associazioni modenesi la pensano come me sul bilancio del comune e sulla Tares. Non è affatto vero, quanto anticipato dal sindaco, che non avrebbero aumentato tasse e tariffe. Leggo anche che i modenesi, sempre più, sono consapevoli che è necessario recuperare terreni e fabbricati e limitare ulteriore cementificazione.

Lunedi inoltre, nel mio intervento sul bilancio, ma anche in discussioni precedenti, ho detto di essere d'accordo per la riduzione del 30% dei fondi ai gruppi consiliari ed ho votato a favore alla proposta di utilizzarli per portare internet nelle scuole. Anche se le somme a nostra disposizione sono molto inferiori a quelle di cui dispone il Pd.
Ed anche se sarebbe necessario ridurre altri costi: consulenze, incarichi, dirigenti, straordinari.