sabato 5 maggio 2012

Ambiente, inceneritori, salute


Il Parlamento europeo ha approvato recentemente un rapporto sulle linee guida del prossimo programma ambientale: il Settimo piano d'azione UE, che sostituirà il Sesto che è in scadenza nel 2012. In esso tra l'altro, al punto 12 troviamo: "desidera sottolineare l'importanza di porre il principio di precauzione al centro della politica ambientale UE". Nel testo, che detta le linee guida del Settimo programma sull'Ambiente, si legge chiaramente che la Commissione deve prevedere “obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati”. Sottolinea, che il programma dovrà  definire obiettivi specifici per garantire che entro il 2020 la salute dei cittadini  europei non sia più minacciata dall'inquinamento e da sostanze pericolose. Ritiene necessario un approccio olistico in materia di salute e ambiente, che si concentri sulla precauzione e sulla prevenzione dei rischi e, in particolare, tenga in considerazione i gruppi vulnerabili come feti, bambini e giovani. Considera opportuno concentrarsi sulla prevenzione, la precauzione e la promozione di attività rispettose dell'ambiente a livello UE nel campo della ricerca, dell'innovazione e dello sviluppo, con l'obiettivo di ridurre l'incidenza del fattore ambientale sulle patologie. Tematiche in questi giorni attuali a Modena, con le conferenze sul tema rifiuti e incenerimento, in seguito alle risultanze dello studio Moniter, sugli otto inceneritori dell’Emilia Romagna. Diversi interventi, a partire da quello della settimana scorsa del prof. Benedetto Terracini, Presidente del comitato scientifico MONITER, fino al dott. Ernesto Burgio, Presidente del comitato scientifico ISDE (nel convegno di oggi) direi che il coro è quasi unanime. Vista la presenza dell’assessore all’ambiente ed il patrocinio del Comune di Modena, mi auguro che si voglia, ormai, tenerne conto e rendere definitiva la sospensione della costruzione della cosiddetta  Terza linea dell’inceneritore di Modena. Questo perché le evidenze sulla salute, anche se sembrano modeste, ci sono in termini di nascite premature, malformazioni alla nascita e ammalati di tumore, in particolare nelle donne e in particolare a Modena, di linfoma non Hodgkin. Inoltre perchè l’inceneritore non è sostenibile neppure economicamente, perché ha sovvenzioni dallo stato, perché spende piu’ energia di quella che produce, perché non aiuta a ridurre i rifiuti, perché spreca materiali che possono essere riutilizzati, perché si presta a bruciare anche raccolta differenziata. Perché il nostro inceneritore (e non termovalorizzatore) ha un rendimento energetico medio intorno al 38% e non il 60% previsto dalla direttiva quadro 2008/98/CE, secondo la quale gli inceneritori sono stati equiparati alle discariche qualora non raggiungano un rendimento di almeno il 60% per gli impianti funzionanti e autorizzati anteriormente al 1° gennaio 2009, e il 65% per gli impianti autorizzati dopo il 31 dicembre 2008, come specificato nell’allegato 1. Quindi è equiparabile, per la norma europea, recepita a livello nazionale con il decreto legislativo n.  205 del 3 dicembre 2010 che ha modificato il Dlgs. 152 del 2006, ad una discarica e come tale dovrebbe essere sottoposto alle stesse normative, comprese quelle tributarie, che regolano le discariche, ed in particolare all'art. 3 della legge 28 dicembre 1995 n. 549 che istituisce il tributo speciale sullo smaltimento. Perché una diversa gestione dei rifiuti mediante raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale, recupero, riuso e riciclo è possibile e provata già a livello regionale, nazionale e mondiale. Non c’è piu’ nulla da sperimentare e inventare. E’ già stata presentata dalle associazioni ambientaliste una proposta di legge popolare, ed anche approvata da diversi comuni in regione, una proposta di legge che va in tal senso.