martedì 26 gennaio 2010

IL VERTICE DI COPENHAGEN E' FALLITO PER COLPA DI USA E CINA? E LE SCELTE NEL NOSTRO PAESE E NELLA NOSTRA CITTA'?


Il vertice di Copenhagen è fallito perchè non possiamo bloccare lo sviluppo di Usa e Cina? Saremo destinati a morire lentamente d'inquinamento? Abbiamo in pratica rimandato tutto al prossimo anno in Messico. Peccato perchè l'Europa ci teneva molto, proponeva di tagliare la CO2 del 20% entro il 2020, così si legge. L’accordo di Copenhagen non è stato così incisivo come credevamo. Il problema è noto a tutti e ormai siamo d’accordo che dobbiamo contenere l’aumento della temperatura di un paio di gradi, ridurre le emissioni di gas serra, aumentare i finanziamenti in favore dei paesi in via di sviluppo, adottare nuovi cicli di produzione più rispettosi dell’ambiente, promuovere la riduzione dei rifiuti e lo sviluppo delle energie rinnovabili. E le nostre scelte sono coerenti? Modena si attesta l’ultimo capoluogo in regione per qualità del vivere e 47° in Italia nella classifica del Sole 24ore. No, le nostre scelte non sono coerenti con gli obiettivi. Neanche laddove sono possibili. La nuova potente quarta linea dell’inceneritore dei rifiuti emetterà oltre l’80% in più di metri cubi di fumi ogni ora, non va certo nella direzione della riduzione della CO2 ed era una soluzione evitabile.
http://linformazione.e-tv.it/archivio/20091219/09_MO1912.pdf
http://linformazione.e-tv.it/archivio/20091220/09_MO2012.pdf

lunedì 25 gennaio 2010

Chi sono...



























«Un parco motoristico? Meglio un parco e basta»

«Un parco motoristico?
Meglio un parco e basta»
Un parco motoristico sulla
Ferrari a Roma? No dicono
in coro a Maranello e a Modena:
facciamo un piano strategico
e continuiamo a investire in Emilia
Romagna,Terra dei Motori».
Una disputa che non convince
Sandra Poppi della Lista Modena5stelle
che spiega:«D’accordo,
non rubateci la Ferrari, ma abbiamo
tanto altro su cui investire.
C’è altro da fare e potenziare in
Emilia Romagna prima che:“investire
sinergie e riconoscere maggiormente
l'identità motoristica
della nostra regione».«A Modena
- prosegue l’esponente della lista
di Beppe Grillo - abbiamo già
riconosciuto il superfluo e l’inutile
concependo e progettando il
Centro Guida Sicura di Marzaglia
(l’Autodromo) che sorgerà,nonostante
le polemiche,su un’area
naturalistica e di rispetto dei pozzi
acquiferi dell’acquedotto modenese.
Abbiamo perso un’occasione
per realizzare una grande
area a parco pubblico e per attività
sportive o ludiche all’aperto.Se
abbiamo possibilità d’investimento
proporrei di farlo sul recupero
e valorizzazione del patrimonio
edilizio esistente,per dare
contributi sul miglioramento del
rendimento energetico degli edifici,
sulla produzione di energie
rinnovabili,sulla realizzazione di
edifici ecocompatibili.Per promuovere
il turismo - conclude
Sandra Poppi - abbiamo tanto da
fare anche sulla promozione e
riorganizzazione del trasporto
pubblico oltre a promuovere ed
animare il centro storico di Modena
per renderlo più attraente,
sicuro e vivibile.Non è più il momento
di Motor Valley, ma piuttosto
di green life".

L'Informazione 30/11/2009

domenica 24 gennaio 2010

A Modena siamo i primi?

Qualche mese fa ho letto il rapporto critico di Legambiente su Modena, per inquinamento e gestione dei rifiuti, e i commenti dell’assessore all’Ambiente del Comune di Modena: siamo primi per pianificazione e partecipazione ambientale!

Mi viene subito da dire che se fosse vero quanto asserisce l’Ass. Arletti non sarebbero nati tanti comitati negli ultimi anni. E non sarebbe stata a rischio la maggioranza alle elezioni comunali del giugno scorso. C’è stato in realtà solo qualche caso sporadico di consultazione dei cittadini, tipo il progetto Ex-Fonderie della Crocetta (che chissà se sarà realizzato e come) e il progetto partecipativo nei quartieri (una mossa pubblicitaria) al quale avevo aderito fiduciosa come portavoce dei cittadini in zona Albareto, iniziativa che non ha prodotto nessun risultato. Per non parlare poi del discorso rifiuti ed inceneritore. Guai a parlarne per anni, fino a che il progetto è stato approvato e autorizzato nessuno doveva sapere nulla.

A cose fatte se n’è cominciato a parlare.

Meglio di niente ma, non parliamo di partecipazione!

Ora è la volta della raccolta differenziata porta a porta nella frazione di Albareto, realizzata come inno alle buone intenzioni di Hera e dell’amministrazione comunale. Il sistema è stato un successo (il 75% di rifiuti raccolti in modo differenziato già nel primo anno e i cittadini erano soddisfatti) ed ora lo lasciano decadere. Era troppo facile. In realtà Hera e co. devono dimostrare per forza che non è conveniente, che costa troppo, che c’è migrazione dei rifiuti, che i cittadini non s’impegnano abbastanza, che Modena è troppo grande. Così i cittadini di Albareto verranno demotivati perché non esiste un fine a questo progetto. Se lasciamo che sia un caso isolato, se non riusciamo ad applicarlo a tutto il territorio comunale e se continuiamo a sostenere che l’incenerimento è l’unico vero sistema per risolvere il problema rifiuti a Modena.

Non arriveremo da nessuna parte.

Certo non all’obiettivo di legge, il decreto 152/2006 impone una raccolta differenziata di almeno il 65% al 2012. In realtà il porta a porta è una strategia vincente, si producono meno rifiuti, si risparmia energia, si spende meno, si evita di portare rifiuti in discarica e all’incenerimento, si contribuisce a salvaguardare l’ambiente dall’inquinamento e la salute pubblica.

Informatevi e sostenete insieme a noi l’alternativa all’incenerimento.

Mi rendo conto che a Modena cambiano le persone ma non il metodo e la convinzione.

LA CITTA' CHE VORREI

Passando dal cavalcaferrovia di Via Ciro Menotti osservavo la grande area dismessa dalle acciaierie, demolite nel 2000 e, immaginavo in quella enorme radura, un grande parco. E’ un’occasione perduta per realizzarlo, darebbe finalmente respiro e pregio a una zona depressa della città da sempre.

Nessuno ci ha pensato? Dobbiamo speculare e sfruttare l’area per costruire il più possibile anche qui? Ci meritiamo, credo, qualcosa di più! Mica solo fonderie, acciaierie, discariche, alta velocità, inceneritore, CPT e carceri! Ho dimenticato qualcosa?

Nella fascia ferroviaria è sicuramente improprio costruire abitazioni vista la normativa sul rumore, oltre che inutile visti gli appartamenti invenduti e le tante zone in cui si sta costruendo o è in programma la costruzione nello stesso quartiere ( vedi S. Caterina e Sacca ).

Mi direte che c’è un piano particolareggiato approvato della zona, condiviso tanto tempo fa da tutti…forse.

L’abbiamo fatto altre volte no, di fare varianti o deroghe ai piani per costruire qualcosa di non previsto? Possiamo anche fare, al contrario, una variante al piano per non costruire più perché non serve più e realizzare un grande parco con piste ciclabili e magari un lago e giochi per i bambini o quant’altro la fantasia ci suggerisce. L’importante sarebbe restituire l’area alla natura e alla città!

Visto che adesso parliamo tanto di partecipazione, facciamo finta di essere ancora democratici, sentiamo cosa vorrebbero i cittadini e le cittadine di Modena.

AREA EX-AMCM SI ... MA NON SOLO

Il progetto dell’Area ex-Amcm è critico per la città. Certo non il solo.

Potremmo indicarne diversi altri.
Il piano in fase di realizzazione del comparto ex-Vinacce
(dove si trova il nuovo cinema Multisala) che continua a crescere e non si
comprende quale design persegua.
Il parcheggio al parco Novi Sad ( che non si chiamerà più parco, immagino) che
oltre a cementificare una zona archeologica, scoperta importante che potrebbe
valorizzare la città, porta traffico e auto in centro storico anziché in
periferia. L’area di Marzaglia con l’autodromo e il centro commerciale
relativo. Devastante, più che quel progetto, è in generale la non-
programmazione del territorio, è l’idea della maggioranza passata e presente di
dover costruire il più possibile: centri commerciali, abitazioni, rotonde,
complanari. L’idea assurda di dover ampliare la città nella zona Sud fino all’
autostrada. E l’idea ancora più devastante di aver declassato per mezzo secolo
la parte Nord della città e di perseverare, prima le fonderie ed acciaierie e
oggi il tracciato dell’Alta Velocità, la discarica, l’inceneritore dei rifiuti,
il trasporto pesante, le carceri, il CPT, il depuratore.
Il più recente progetto per il recupero della fascia ferroviaria chissà a che punto stà.
Ex Fonderie comprese. E’ stato realizzato un gran parcheggio, un bel progetto
partecipato poi più nulla.
Comunque l’area ex-Amcm è importante recuperarla, su questo non si discute anzi,
va fatto al più presto. Da troppo tempo versa in condizioni di degrado e inutilità
e alcune iniziative sono interessanti. Trovo che sia critica la realizzazione
soprattutto per la torre sovradimensionata e il centro commerciale con supermercato
in un’area così prossima al centro storico per il traffico che circolerà e perché andrà
proprio a sostituirsi al Mercato di Via Albinelli. Chi continuerà ad andare in
Via Albinelli quando troverà a ridosso dei viali del centro parcheggio e supermercato?
Forse l’assessore Sitta non ci ha pensato. Oltre al fatto che in zona di attività di
quel genere ne sono già presenti e non esiste reale necessità.

Un'altra gestione dei rifiuti

ALTERNATIVE CONCRETE ALL'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI:

- Riorganizzare in modo radicale i servizi di raccolta rifiuti, puntando sul sistema domiciliare (il “porta a porta”): introduzione di raccoglitori associati a utenti singoli o condomini e progressiva rimozione di tutti i cassonetti stradali, compresi quelli dell’indifferenziato. La rimozione di questi ultimi è necessaria al fine di contrastare il conferimento illecito di rifiuti assimilati di provenienza artigianale e industriale.
- Prevedere sistemi di conferimento specifici per i rifiuti derivanti da attività produttive.
- Ridurre i movimenti di rifiuti, sia quelli urbani, che quelli speciali e pericolosi, compresi quelli sanitari, da e verso il territorio provinciale.
- Promuovere e potenziare progetti mirati per la riduzione ed il recupero di rifiuti speciali tossici o pericolosi prodotti.
- Obbligare le imprese a farsi carico direttamente della gestione dell’intero ciclo materiale ed ambientale degli oggetti o dei servizi prodotti.
- Responsabilizzare le utenze domestiche tramite campagne informative e educative adeguate (opuscoli in tutte le lingue; attività educative nelle scuole e presso mercati e supermercati; spot radiofonici e televisivi, ecc.).
- Estendere la raccolta differenziata della frazione umida e verde all’intero territorio provinciale, comprese le grandi utenze (mercati, mense, ristoranti); differenziare i cicli di raccolta del verde da quelli dei rifiuti organici; promuovere il compostaggio domestico.
- Realizzare il passaggio da tassa (pagamento dipendente dalle dimensioni dell’abitazione) a tariffa (pagamento dipendente dalla quantità e qualità dei rifiuti prodotti), in modo da premiare i comportamenti virtuosi (raccolte differenziate, compostaggio domestico, autolimitazione, programmazione, ecc.).
- Applicare misure sanzionatorie (per es. tariffarie) verso le comunità locali che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata previsti.
- Accantonare le somme previste per gli inceneritori in un fondo di rotazione, integrato dalle eco-tasse sui produttori d’imballaggi e dalle sanzioni agli enti locali che non rispettano gli obiettivi di raccolta differenziata prefissati. Questo fondo andrebbe utilizzato per ristornare somme premio ai produttori che minimizzano gli imballaggi, ai cittadini che adottano comportamenti virtuosi, agli agricoltori che utilizzano compost di qualità derivante dalla raccolta differenziata della frazione umida e verde, o per promuovere l’utilizzo di tecnologie appropriate (contenitori biodegradabili, reinserimento dei contenitori a cauzione, ritiro e recupero dell’usato, ecc.) mediante accordi con aziende pubbliche o catene di grande distribuzione.
- Introdurre criteri ambientali nei capitolati d’appalto per la fornitura di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione che favoriscano la minimizzazione, il riutilizzo e recupero dei rifiuti, il risparmio energetico e idrico, l’assenza di sostanze tossiche nei processi di lavorazione. Nelle autorizzazioni d’utilizzo del suolo pubblico per feste e sagre inserire limiti nella produzione dei rifiuti (incentivare le “ecofeste” in cui si adoperino stoviglie tradizionali o biodegradabili).
- Confrontare sistemi e tecnologie di recupero dei rifiuti mediante processi di valutazione economica ed ambientale trasparenti e partecipati. In particolare, commissionare, ad un soggetto indipendente da gestori d’impianti d’incenerimento, uno studio di fattibilità sulla raccolta domiciliare nella nostra provincia e controlli periodici sull’attuazione di questa, nonché il monitoraggio degli inquinanti emessi dagli impianti esistenti.

OBIETTIVI POSSIBILI:

- la diminuzione della produzione di rifiuti non riciclabili;
- il raggiungimento del 70-80% di raccolta differenziata nell’arco di tre anni;
- la diminuzione di utilizzo degli impianti di incenerimento esistenti, puntando, rapidamente, alla loro progressiva chiusura.

"Il rischio non è accettabile se evitabile"


“IL RISCHIO NON E’ ACCETTABILE SE EVITABILE”
le parole di PAUL CONNETT.

L’inceneritore comunica un’illusione: i rifiuti vi entrano e scompaiono.
Non è così. L’inceneritore non distrugge i rifiuti, ne cambia solamente la composizione chimica.
Precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce :
• 1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera;
• 280/300 Kg di ceneri "solide";
• 30 Kg di "ceneri volanti";
• 650 Kg di acqua di scarico;
• 25 Kg di gesso.
I composti chimici contenuti nei residui dell’incenerimento sono tipicamente :
• vapore acqueo;
• anidride carbonica;
• polveri fini;
• ossido di carbonio;
• acido cloridrico;
• acido fluoridrico;
• anidride solforosa;
• metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, arsenico,…);
• diossine;
• furani;
• idrocarburi policiclici.
In gran parte sostanze tossico-nocive.
Gli inceneritori sono di gran lunga la soluzione più costosa per affrontare il problema dei rifiuti. Un inceneritore più rifiuti brucia e più guadagna. L’energia risparmiata usando materiali riciclati è mediamente cinque volte superiore a quella prodotta da un inceneritore.
L’inceneritore ha:
• un indotto molto limitato;
• genera pochissima occupazione (poche decine di addetti) e per lavori pericolosi (perché sono costantemente esposti alle sostanze tossiche)
• vanifica lo sviluppo di iniziative imprenditoriali centrate sulle attività di raccolta differenziata, recupero, riciclaggio;
• porta svalutazione degli edifici ad uso abitativo e scoraggia la localizzazione di attività economiche, in una zona a forte inquinamento ambientale.

E DANNEGGIA LA SALUTE!
ALLORA PERCHE' LO REALIZZIAMO?

venerdì 22 gennaio 2010

Il mio profilo.







Sono nata e abito a Modena.
Lavoro come geometra presso l’Area Lavori Pubblici della Provincia di Modena e mi occupo di edilizia scolastica, certificazione energetica e sicurezza nei cantieri.
Sono amante della natura, del vivere e abitare sostenibile, delle energie rinnovabili, dell’alimentazione biologica e delle medicine naturali. Ho due figli e un sogno per loro: lasciargli un mondo vivibile.
Da anni sono impegnata, per il Comitato Modena Salute ed Ambiente e per il WWF Modena, nei settori delle politiche ambientali e urbanistiche.
Ho combattuto e combatto ancora contro il raddoppio dell'inceneritore di Modena e credo in una corretta gestione dei rifiuti che non inquini l'ambiente e che sia rispettoso della nostra salute. L'alternativa esiste.
Alle elezioni amministrative 2009 del Comune di Modena mi sono presentata per la lista "modena5stelle-beppegrillo.it" e, per continuare a dare voce alle richieste dei cittadini di Modena, che ringrazio per la fiducia che hanno avuto in me, mi candido alle elezioni regionali del 28-29 marzo 2010.
Insieme possiamo cambiare!
Sandra

Scrivimi anche alla mail : sandrapoppi@gmail.com