venerdì 13 agosto 2010

COMUNI VIRTUOSI E...NOI. Una delibera che azzera i rifiuti.

I COMUNI VIRTUOSI E ... NOI
GIA' nel 2007 il Comune di CAPANNORI (LU) adottava una delibera per azzerare i rifiuti e l'Osservatorio verso Rifiuti Zero e non l'Osservatorio sul Termovalorizzatore come a Modena! Due obiettivi ben diversi.
Oggi 13 agosto 2010, Hera si loda per il raggiungimento del 50% di raccolta differenziata.
Si, sono stati molto volonterosi, stanno raggiungendo il 55%, quello che doveva essere l'obiettivo del Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti per il 2005 ma siamo nel 2010! Modena è del tutto assente anche dal report sui comuni ricicloni di Legambiente di luglio 2010. Il problema è che non arriveranno mai al 65% richiesto dalla legge con questo sistema. Infatti non ne parlano. A meno che non trucchino i dati. E che hanno costruito quel mostro mangiarifiuti che evacua cenere e fumi in continuazione, alla faccia della nostra salute. Cosa ne faremo anche nell'ipotesi così virtuosa in cui potremmo raggiungere una percentuale piu' alta? Un monumento di arte moderna?

Dalla città di Modena,
(presidente fino al 2013, della Rete Città Sane dell'Organizzazione Mondiale della Sanità)
Sandra Poppi


Il sito Comuni Virtuosi:
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/strategia-rifiuti-zero/243-una-delibera-che-azzera-i-rifiuti

Il testo:

Delib. C.C. n. 44 del 14/06/07
I L C O N S I G L I O C O M U N A L E
VISTO il D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006, Parte Quarta “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” ed in particolare l’art. 179 che dispone che le pubbliche amministrazioni debbano perseguire in via prioritaria iniziative dirette a favorire la riduzione e la prevenzione della produzione e della nocività dei rifiuti;
VISTO il D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006, Parte Quarta “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” ed in particolare l’art. 180 che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti dispone che le iniziative di cui all’art. 179 riguardino in particolare:
a) la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori, l’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell’impatto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita del prodotto;
b) la previsione di clausole di gare d’appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in
materia di prevenzione della produzione di rifiuti;
c) la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli d’intesa anche sperimentali finalizzati, con effetti migliorativi, alla prevenzione ed alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti;
VISTO il Piano Regionale di gestione dei Rifiuti di cui alla DCRT n. 88 del 1998 che prevede la realizzazione di azioni volte alla riduzione della produzione di rifiuti;
VISTA la Legge Regionale della Toscana n. 25 del 18 maggio 1998 la quale prevede che, al fine di attivare interventi volti a limitare la produzione di rifiuti, l’Ente Regionale favorisca e definisca le opportune intese con le Province, Comuni e operatori singoli e associati della produzione e della distribuzione;
VISTO il Piano Regionale di Azione Ambientale della Toscana 2004-2006 di cui alla DCRT n. 29 del 02 marzo 2004;
VISTO il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati nella Provincia di Lucca approvato in via definitiva con DGP n. 54 del 15 marzo 2002 il quale richiama la necessità di “massimizzare” i recuperi di materiali e di “minimizzare” gli “smaltimenti” puntando su sistemi di raccolta “porta a porta” e su di una “filiera impiantistica” tesa a valorizzare le frazioni merceologiche intercettate;
Visto l’art 198 del Decreto Legislativo 152/06 che attribuisce ai Comuni la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti urbani assimilati con particolare riferimento alle modalità del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento;
Attesa la necessità di salvaguardare gli interessi pubblici connessi all’ambiente attraverso una riduzione delle quantità di rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento in discarica ed un incremento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed assimilati per il mantenimento e miglioramento degli obiettivi fissati dall’art. 205 del succitato D.Lgs. n.152/06 che prevede in particolare il raggiungimento per l’anno 2012 almeno il 65% di raccolta differenziata;
VISTI gli obiettivi della Legge Finanziaria 2007 che al comma 1108 fissa al 60%, la percentuale minima di raccolta differenziata da assicurare entro il 31 dicembre 2011;
VISTI gli obiettivi della Legge Finanziaria 2007 che al comma 1109 fissa per gli anni successivi al 2011, la percentuale minima di raccolta differenziata da assicurare sarà stabilita con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in vista di una progressiva riduzione della quantita' di rifiuti inviati in discarica e nella prospettiva di rendere concretamente realizzabile l'obiettivo "Rifiuti zero";
CONSIDERATE le attuali alte “rese” percentuali di raccolta differenziata nelle frazioni del Comune di Capannori dove è in corso di svolgimento il sistema di raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati in modalità “porta a porta”;
CONSIDERATO l’obiettivo di riduzione della mole dei rifiuti stabiliti dalla Giunta Regionale Toscana che fissano per il 2010 il raggiungimento del 15% di riduzione riferito alla produzione dei rifiuti del 2004 e che tale obiettivo è da perseguirsi anche attraverso un accordo di programma stipulato dall’ATO 2;
CONSIDERATO che a livello internazionale molte città hanno assunto il percorso verso “rifiuti zero” alla data del 2020 attraverso la definizione di atti deliberativi e di concreti strumenti operativi volti a scoraggiare l’incremento dei rifiuti e lo smaltimento in discarica e volti a favorire, oltre ad iniziative di generalizzata estensione della raccolta differenziata, anche la “responsabilità estesa dei produttori” con la quale coinvolgere fattivamente il “mondo produttivo” nell’assunzione di “produzioni sempre più pulite ed in grado di “incorporare” i costi ambientali delle merci prodotte;
RICHIAMATO in particolare che le città coinvolte in questo percorso sono ormai decine in varie parti del mondo quali la California (S. Francisco, Oakland, Santa Cruz, Berkley) l’Australia (Camberra e la regionesud occidentale del Paese), della Nuova Zelanda, del Canada (Nuova Scozia, Columbia Britannica), la città di Buenos Aires, alcune città del Regno Unito;
CONSIDERATO che un’attenta politica di gestione dei rifiuti che punti alla loro prevenzione, al riuso, al massimo recupero di beni e materiali si pone in linea anche con gli obiettivi di generalizzare la diminuzione dei “gas serra” resa sempre necessaria e stringente da “accordi internazionali” che puntano ed obbligano i governi a “Tagliare” le emissioni di CO2 legate anche alla produzione dei beni di consumo a partire dagli imballaggi;
POSTE agli atti le conclusioni del Convegno promosso dall’Amministrazione Comunale di Capannori svoltosi il 24 Febbraio 2007 a Villa Bruguier dove oltre al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente e al Presidente dell’ASCIT, esperti di fama internazionale e rappresentanti dell’Associazionismo dei cittadini hanno espresso con numerosi dati alla mano che riguardano anche l’economicità della scelta intrapresa il loro apprezzamento per l’innovazione operata dal Comune nel campo della gestione dei rifiuti;
VISTA la Deliberazione della Giunta Municipale n. 134 del 02/05/07 con la quale l’Amministrazione Comunale di Capannori aderisce al “Tavolo tecnico di concertazione permanete per promuovere e sostenere azioni concrete per la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti” tavolo tecnico promosso dalla’ATO 2 rifiuti;
VISTO l’art. 42 del D. Lgs. 267/00,
D E L I B E R A
1. di intraprendere il percorso verso il traguardo dei “Rifiuti Zero” entro il 2020 stabilendo per il 2008 il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata e per il 2011 il 75%;
2. Per il raggiungimento di tali obiettivi il consiglio Comunale di Capannori dà mandato alla Giunta
Municipale di estendere a tutte le principali e più popolose frazioni del territorio comunale la modalità di raccolta “Porta a Porta” dei rifiuti urbani ed assimilati;
3. di istituire entro il 2008 un sistema tariffario basato sulla effettiva quantità di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e non domestiche;
4. di realizzare entro il 2008 un centro comunale per la riparazione e il riuso dove beni durevoli e
imballaggi possano essere reimmessi nei cicli di utilizzo ricorrendo eventualmente anche all’apporto di cooperative sociali e al mondo del volontariato;
5. di offrire all’Amministrazione Provinciale tutta la propria collaborazione alla discussione per la
realizzazione di un impianto di compostaggio sul proprio territorio per la valorizzazione della frazione organica recuperata;
6. di applicare, anche con appositi corsi di formazione-informazione rivolti al personale dell’ente ed anche ai dipendenti dell’Azienda ASCIT S.p.A. – Servizi Ambientali, gli adempimenti previsti dal DM 08/05/2003 al fine di ridurre gli sprechi e di favorire lo sviluppo di un mercato per il ricorso a beni e servizi basati su materiali riciclati;
7. per quanto riguarda il conferimento della frazione residua dei rifiuti di dare mandato alla Giunta
Municipale affinché intraprenda tutti gli sforzi per minimizzarne i flussi di rifiuti, favorendo, anche in ambito di programmazione provinciale la realizzazione di impianti “a freddo” in grado di recuperare ancora materiali contenuti nei residui ed in grado di orientare costanti iniziative di riduzione volte a “sostituire” oggetti e beni non riciclabili o compostabili.
8. di dare mandato alla Giunta Municipale di adoperarsi negli confronti degli Enti Competenti affinché i rifiuti-residui prodotti sul territorio comunale non vengano avviati ad incenerimento (la cui logica contrasta con l’obiettivo rifiuti zero) o avviati “tal quali” a discarica;
9. di istituire l’ “Osservatorio verso Rifiuti Zero” che abbia il compito di monitorare in continuo il percorso verso Rifiuti Zero indicando criticità e soluzioni per rendere il suddetto percorso verificabile, partecipato e costantemente in grado di aggiornarsi anche alla luce dell’evolversi del quadro nazionale ed internazionale.
10. di indicare i componenti dell’ “Osservatorio verso Rifiuti Zero” inizialmente nelle seguenti persone:
- Presidente - Professor Paul Connett dell’Università S. Lawrence dello stato di New York che oltre ad essere in contatto diretto con le molteplici realtà internazionali attivamente impegnate “verso Rifiuti Zero” conosce da un decennio l’evolversi della gestione dei rifiuti sul nostro territorio;
- Membro - Sindaco del Comune di Capannori;
- Membro - Assessore all’ambiente del Comune di Capannori;
- Membro - Presidente dell’Azienda ASCIT Servizi Ambientali S.p.A.;
- Membro - Sig. Enzo Favoino della Scuola Agraria del Parco di Monza;
- Membro – Sig. Rossano Ercolini della Rete Nazionale Rifiuti Zero;
- Membro - Alessio Ciacci membro dell’ATO 2 Rifiuti per il comune di Capannori.
11. di dare atto che i membri del suddetto Osservatorio, che dovranno riunirsi almeno due volto all’anno, non percepiranno alcun compenso. Potrà essere riconosciuto per i membri fuori sede un rimborso spese opportunamente documentato. L’osservatorio si riunirà congiuntamente alla Commissione Consiliare Ecologia.
Capannori lì 16 maggio 2007

mercoledì 11 agosto 2010

Bretella Campogalliano-Sassuolo. Già nel 2005 il WWF depositava ricorso al TAR dell'Emilia-Romagna.

Il progetto della bretella Campogalliano-Sassuolo, prosecuzione della Autostrada del Brennero per congiungere il nuovo scalo merci di Marzaglia con il distretto ceramico. Un progetto vecchio di 30 anni. Un asse viario che correrà nel tratto Modena-Sassuolo parallelamente alla superstrada esistente, a pochi km da essa, è stato recentemente approvato dal Cipe con la condizione che l'opera venga realizzata nella sua interezza. Ovviamente tutti soddisfatti! (http://www.provincia.modena.it/page.asp?IDCategoria=6&IDSezione=1613&ID=82518)
Questo è il problema: perchè non si è deciso almeno di limitare l'intervento alla sola tratta utile per il raccordo fra le reti ferroviaria e stradale, e cioè il primo lotto, il collegamento fra sistema autostradale, tangenziale di Modena e nuovo scalo ferroviario di Marzaglia.
Il tratto Mo-Sassuolo, un doppione rispetto a quello già esistente, correrà a poche centinaia di metri dal letto del fiume Secchia, in un contesto delicato sotto il profilo idrogeologico (ospita le falde acquifere piu' importanti della provincia) e paesaggistico e pregiudicherà interventi di riqualificazione ambientale come il Parco regionale del fiume Secchia e aree naturalistiche di pregio come l'Oasi faunistica del Colombarone. Opera che non risolverà tanto i problemi di Sassuolo e del comparto ceramico che non sono il raggiungimento ma la logistica e l'inquinamento semmai. Oltre all'eccessivo sfruttamento del territorio e alla necessità di recuperare le aree dismesse.

Ma la protesta non è di oggi, già nel novembre 2005 il WWF depositava ricorso al TAR dell'Emilia-Romagna contro la Delibera del CIPE di approvazione del progetto preliminare per la costruzione della bretella autostradale che dovrebbe collegare il distretto ceramico e la statale n. 467 Pedemontana con l'autostrada A22 AutoBrennero.
Da anni le associazioni ambientaliste contrastano la realizzazione di quest'opera che considerano inutile e sbagliata e di forte impatto ambientale perchè la sua realizzazione rappresenta una pietra tombale sull'obiettivo di trasferire una parte rilevante del traffico merci sul meno impattante trasporto su ferro. Dannosa per l'ambiente e la salute dei cittadini perchè aggraverà, invece di risolvere, i già insostenibili problemi di inquinamento e congestione del comprensorio e della provincia. Oltre all'ambiente anche la tanto sbandierata trasparenza e partecipazione dei cittadini alle scelte che li coinvolgono. Questo progetto, è stato sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale gravemente lacunosa alla quale di fatto i cittadini non hanno potuto esprimersi presentando osservazioni entro i termini prestabiliti. Sorprende, ma non piu di tanto ormai, come nel centrosinistra ci sia totale silenzio sui temi di tutela ambientale ma che qualcuno ne abbia fatto solo slogan da campagna elettorale. In un periodo di crisi, come l'attuale, sarebbe doveroso da parte delle istituzioni competenti ad ogni livello, fare ricorso al buon senso e rivedere la realizzazione di opere ormai superate come questa e come anche l'Autostrada Cispadana.

martedì 10 agosto 2010

Pubblicità lesiva della dignità delle donne

Pubblicità lesiva della dignità delle donne: il marzo scorso il consiglio comunale di Ravenna approva ordine del giorno sulla risoluzione 2338 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo.


E' successo in diversi comuni italiani. Ora anche il Comune di Cavezzo si impegna a disincentivare la presenza di manifesti “offensivi” sul territorio comunale.



Questo il testo dell'odg del comune di Ravenna:

Considerate
le risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo in merito alla discriminazione della donna nella pubblicità (A4-0258/1997) e all'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra uomini e donne (2008/20038INI)
l'adesione alla Carta Europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale che all'art.6, comma 1 prevede l'impegno a "neutralizzare e a prevenire, per quanto possibile, pregiudizi, azioni, utilizzo di espressioni verbali e di immagini basate sull'idea della superiorità o dell'inferiorità dell'uno o dell'altro sesso, e/o il perpetuarsi di ruoli femminili e maschili stereotipati.
le modifiche proposte per lo Statuto del Comune di Ravenna che prevedono all'art. 2 comma 4 lettera c l'impegno a contrastare l'utilizzo di immagini lesive al rispetto della persona e al perpetuarsi di stereotipi che non riconoscono la parità fra i sessi.
le azioni di sensibilizzazione promosse da associazioni di donne ed in particolare dall'UDI che ha recentemente lanciato la campagna "Immagini Amiche" per contrastare la pubblicità che offende le donne e gli stereotipi femminili e interpellato comuni, province e regioni per l'applicazione delle sopraccitate risoluzioni.
Il Consiglio Comunale di Ravenna
condivide i contenuti delle risoluzioni europee rilanciati dalla campagna dell'UDI
ed in particolare ritiene:
che troppo spesso gli stereotipi sulle differenze di genere, proposte dalla pubblicità, presentano i corpi delle donne come oggetti, e che la riduzione dell'essere umano ad oggetto espone l'individuo alla violenza e all'offesa
che finalità specifica delle politiche per la parità di genere sia il porre in essere azioni per evitare la diffusione di messaggi che strutturano e consolidano le discriminazioni di genere e il perpetuarsi delle ineguaglianze tra uomo e donna
che, poiché pubblicità e marketing, oltre a riflettere la cultura contribuiscono a crearla, è inopportuno che le persone subiscano, a qualunque età, anche involontariamente, l'esposizione a messaggi oggettificanti e stereotipizzanti
che è fondamentale che la pubblicità sui media sia disciplinata da norme etiche e/o giuridiche vincolanti che proibiscano pubblicità che presentano stereotipi di genere o che incitano al sessismo e alla violenza
che la rimozione di messaggi che ledono la dignità umana e che contengono stereotipi di genere può contribuire alla realizzazione di una società moderna e paritaria
che è necessario un impegno concreto di tutta la società nelle diverse espressioni di rappresentanza e di partecipazione popolare per contrastare la pubblicità ed in genere le immagini offensive che violano la dignità del genere femminile.
Tutto ciò premesso

Il Consiglio Comunale
impegna il Sindaco e la Giunta

a svolgere azione di sensibilizzazione nell'attuazione alla risoluzione Comunitaria 2038 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile
a chiedere al Governo e alla Regione, per quanto di competenza, di dare immediata attuazione alla risoluzione Comunitaria 2038/2008 del Parlamento Europeo
a vigilare affinché immagini lesive della dignità delle donne non trovino accoglienza nei materiali di comunicazione del Comune di Ravenna.
ad affidare all'Assessorato alle Pari Opportunità, di concerto con gli Assessorati competenti, (Cultura, Istruzione...), la costituzione di un gruppo di sensibilizzazione e monitoraggio delle pubblicità e delle immagini commerciali a tutela della dignità femminile.
ad adottare provvedimenti idonei a salvaguardare l'immagine e la dignità delle donne.

domenica 8 agosto 2010

SUI FINANZIAMENTI REGIONALI AL PARCO FOTOVOLTAICO A MARZAGLIA E AL TELERISCALDAMENTO ALLA SACCA A MODENA

A proposito delle energie rinnovabili, leggo con piacere, nei quotidiani di ieri, dei corposi contributi regionali al Comune di Modena per impianti fotovoltaici vari in edifici scolastici, aree, parcheggi e per l'impianto di teleriscaldamento nel nuovo intervento in corso di realizzazione nella zona dell'ex mercato bestiame. Ci sono un paio di cose però che non mi convincono: il campo fotovoltaico a Marzaglia, per lo spreco di terreno verde, quando a Modena ci sono centinaia di tetti di capannoni e industrie, anche altre scuole e magazzini di proprietà del comune, in cui era possibile farlo. Il secondo motivo è il teleriscaldamento nei nuovi edifici da realizzarsi nell'area ex-Mercato Bestiame alla Sacca e non per fare il solito bastian contrario. Di quest'opera se ne parla da quando è stato raddoppiato l'inceneritore dei rifiuti di Modena, che si trova in zona, in via Cavazza. Anzi, è una delle scuse maggiori utilizzate per giustificare questo spropositato potenziamento. E, cioè, che il teleriscaldamento generato dal termovalorizzatore, avrebbe diminuito l'inquinamento dovuto alle eventuali caldaie per il riscaldamento degli edifici residenziali nuovi. Una scusa perchè quell'impianto inquina molto e si tratta di una goccia nel mare e ci rende dipendenti (come succede in germania ) dai rifiuti da bruciare per produrre energia. Rifiuti, che per questo motivo (economico) non avremo convenienza a diminuire, separare e riutilizzare perchè dobbiamo bruciarli per alimentare il teleriscaldamento. Con grande soddisfazione della multiutility Hera.

sabato 7 agosto 2010

Non è meglio il gas a Rivara! Energia rinnovabile: CIP6 e conto energia.





Coglie inevitabilmente la mia attenzione il titolo sull'ultimo numero di Comunica: "Fotovoltaico inutile, meglio il gas a Rivara"! Nonostante non sia garantita la sicurezza della popolaziione e vengano spesso registrati terremoti nella bassa modenese. Nonostatnte siano praticamente tutti in disaccordo. Nonostante le fonti rinnovabili siano inesauribili e potenzialmente possano fornirci tutta l'energia necessaria con bassissime emissioni, liberandoci dalla dipendenza dai paesi produtttori di petrolio e gas. Lo dice anche un rapporto commissionato dalla European Climate Foundation, che promuove iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas serra (europeanclimate.org), il Roadmap 2050 (www.roadmap2050.eu). L'obiettivo "apparentemente irraggiungibile" della ricerca è "ridurre dell'80% le emissioni di carbonio entro il 2050", pare che in 40 anni con 5000 kmq di pannelli solari, 100mila turbine eoliche e 200milioni di auto elettriche l'europa si potrà liberare dalla dipendenza dal petrolio e ridurre le emissioni dell'80%. L'Italia è il paese del sole e del vento e basta non perdere ulteriore tempo e volerlo. In alcuni miei recenti viaggi ho constatato che nelle isole greche ( es. Kos e Rodi) da tempo sopra i tetti di tutte le case realizzano impianti solari termici per il riscaldamento dell'acqua ed esistono impianti eolici. E noi cosa stiamo aspettando? Intanto un piano nazionale per il risparmio energetico. Investire realmente sulle energie rinnovabili. In Italia esiste l'imbarazzante caso del CIP6, la delibera 6 del 1992 del Comitato Interministeriale Prezzi che ha introdotto nelle nostre bollette la componente A3, una piccola tassa che tutti gli utenti dei servizi elettrici pagano. Il ricavato doveva servire a promuovere la diffusione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso incentivi pagati per l'energia pulita immessa in rete. Non è andata cosi': nella delibera, infatti, a "energie rinnovabili" è stato aggiunto "e assimilate". Grazie a questo, oltre il 70% degli incentivi destinati alle vere fonti rinnovabili è finito nelle tasche di produttori di energia che nulla avevano a che vedere con le rinnovabili, come inceneritori di rifiuti, centrali alimentate a carbone o con scarti di raffineria. Meccanismo abbastanza diverso dal Conto Energia, DM 19-2-07, che giustamente e si spera finanzi realmente soprattutto i piccoli e medi impianti fotovoltaici per la autoproduzione e autoconsumo di energia elettrica. Per migliorare le prestazioni energetiche dei nostri edifici e risparmiare energia.

domenica 1 agosto 2010