martedì 10 agosto 2010

Pubblicità lesiva della dignità delle donne

Pubblicità lesiva della dignità delle donne: il marzo scorso il consiglio comunale di Ravenna approva ordine del giorno sulla risoluzione 2338 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo.


E' successo in diversi comuni italiani. Ora anche il Comune di Cavezzo si impegna a disincentivare la presenza di manifesti “offensivi” sul territorio comunale.



Questo il testo dell'odg del comune di Ravenna:

Considerate
le risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo in merito alla discriminazione della donna nella pubblicità (A4-0258/1997) e all'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra uomini e donne (2008/20038INI)
l'adesione alla Carta Europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale che all'art.6, comma 1 prevede l'impegno a "neutralizzare e a prevenire, per quanto possibile, pregiudizi, azioni, utilizzo di espressioni verbali e di immagini basate sull'idea della superiorità o dell'inferiorità dell'uno o dell'altro sesso, e/o il perpetuarsi di ruoli femminili e maschili stereotipati.
le modifiche proposte per lo Statuto del Comune di Ravenna che prevedono all'art. 2 comma 4 lettera c l'impegno a contrastare l'utilizzo di immagini lesive al rispetto della persona e al perpetuarsi di stereotipi che non riconoscono la parità fra i sessi.
le azioni di sensibilizzazione promosse da associazioni di donne ed in particolare dall'UDI che ha recentemente lanciato la campagna "Immagini Amiche" per contrastare la pubblicità che offende le donne e gli stereotipi femminili e interpellato comuni, province e regioni per l'applicazione delle sopraccitate risoluzioni.
Il Consiglio Comunale di Ravenna
condivide i contenuti delle risoluzioni europee rilanciati dalla campagna dell'UDI
ed in particolare ritiene:
che troppo spesso gli stereotipi sulle differenze di genere, proposte dalla pubblicità, presentano i corpi delle donne come oggetti, e che la riduzione dell'essere umano ad oggetto espone l'individuo alla violenza e all'offesa
che finalità specifica delle politiche per la parità di genere sia il porre in essere azioni per evitare la diffusione di messaggi che strutturano e consolidano le discriminazioni di genere e il perpetuarsi delle ineguaglianze tra uomo e donna
che, poiché pubblicità e marketing, oltre a riflettere la cultura contribuiscono a crearla, è inopportuno che le persone subiscano, a qualunque età, anche involontariamente, l'esposizione a messaggi oggettificanti e stereotipizzanti
che è fondamentale che la pubblicità sui media sia disciplinata da norme etiche e/o giuridiche vincolanti che proibiscano pubblicità che presentano stereotipi di genere o che incitano al sessismo e alla violenza
che la rimozione di messaggi che ledono la dignità umana e che contengono stereotipi di genere può contribuire alla realizzazione di una società moderna e paritaria
che è necessario un impegno concreto di tutta la società nelle diverse espressioni di rappresentanza e di partecipazione popolare per contrastare la pubblicità ed in genere le immagini offensive che violano la dignità del genere femminile.
Tutto ciò premesso

Il Consiglio Comunale
impegna il Sindaco e la Giunta

a svolgere azione di sensibilizzazione nell'attuazione alla risoluzione Comunitaria 2038 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile
a chiedere al Governo e alla Regione, per quanto di competenza, di dare immediata attuazione alla risoluzione Comunitaria 2038/2008 del Parlamento Europeo
a vigilare affinché immagini lesive della dignità delle donne non trovino accoglienza nei materiali di comunicazione del Comune di Ravenna.
ad affidare all'Assessorato alle Pari Opportunità, di concerto con gli Assessorati competenti, (Cultura, Istruzione...), la costituzione di un gruppo di sensibilizzazione e monitoraggio delle pubblicità e delle immagini commerciali a tutela della dignità femminile.
ad adottare provvedimenti idonei a salvaguardare l'immagine e la dignità delle donne.

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