domenica 20 ottobre 2013

LA LEGGE DELL’ECOCIDIO: La distruzione ambientale deve diventare un crimine.

Fermiamo l’Ecocidio in Europa: un’Iniziativa dei Cittadini Europei per garantire Diritti alla Terra

C'è ancora tempo (fino a Gennaio 2014) per sottoscrivere questa importante iniziativa ICE: www.endecocide.eu/ .
Si tratta di una petizione a livello europeo (una sorta di
proposta di legge) per rendere l’Ecocidio un crimine e per proteggere il nostro futuro.
L’ Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) è una forma di democrazia diretta che permette ai cittadini europei di proporre emendamenti o nuove leggi europee. Possiamo dire che sottoscrivere un’ICE ha dunque lo stesso potere di un voto ...

LA LEGGE DELL’ECOCIDIO:
La distruzione ambientale deve diventare un crimine. Un crimine per il quale le persone colpevoli devono essere ritenute responsabili.
Questo crimine ha un nome: Ecocidio.
Eco-cidio deriva dal greco oikos, che significa casa. In latino, caedere significa distruggere, demolire, uccidere. Ecocidio si può intendere come la distruzione della nostra casa.
Attraverso questa ICE, si invita dunque la Commissione Europea ad approvare una legislazione che proibisca, prevenga ed ostacoli l’ecocidio - il danneggiamento estensivo, la distruzione o la perdita dell’ecosistema di un determinato territorio.
Per fare qualche esempio concreto, potenziali casi di ecocidio possono essere le sabbie bituminose di Alberta, la fratturazione idraulica (fracking), lo spianamento delle montagne, lo spopolamento degli alveari ...

Obiettivi principali:

1. Introdurre il reato di Ecocidio e garantire che sia le persone fisiche quanto quelle giuridiche che commettono un Ecocidio siano considerate responsabili secondo il principio della responsabilità di comando (e sottoporre le persone fisiche o giuridiche ad una valutazione pubblica del rischio e/o dell’effettivo danneggiamento estensivo).
   
2. Proibire e prevenire ogni atto di Ecocidio sul territorio europeo o nelle acque territoriali sotto giurisdizione europea, in aggiunta ad atti esterni all’UE commessi da persone giuridiche ufficialmente riconosciute nell’UE o da cittadini dell’UE.
   
3. Instaurare un periodo di transizione per agevolare l’evoluzione verso un’economia sostenibile.

Perchè ne abbiamo bisogno:
- Per disporre di una legge che ponga fine a diversi tipi di distruzione ambientale
- Perché le persone in grado di decidere siano ritenute responsabili dirette
- Per preservare e proteggere la biodiversità
- Per proteggere gli ecosistemi, non solo i suoi componenti come il suolo, l’aria, la flora e la fauna
- Per avviare la trasformazione verso un mondo sostenibile
- Per assicurare un futuro alle prossime generazioni
- Per contribuire a un cambiamento nei valori e nei diritti che attribuiamo alla terra

Le firme possono essere prodotte in modo tradizionale ma anche direttamente via web, sullo specifico sito (a livello europeo lo strumento web viene infatti formalmente ed ufficialmente accettato):
www.endecocide.eu/ .
Occorre raggiungere almeno un milione di voti di cittadini europei da almeno 7 paesi, in tal modo la legge dovrà essere discussa a livello europeo: come potete notare questa petizione, essendo vincolante, ha dunque il potere di influenzare il mondo della politica.
Al momento, le firme raccolte solo attraverso la sottoscrizione on line raggiungono circa quota 60.000: è necessario l'impegno di tutti per raggiungere il traguardo !

Il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio appoggia questa iniziativa dei cittadini europei e promuove la raccolta firme sia on line e sia attraverso i propri comitati locali, che possono essere contattati direttamente (qui trovate tutti i riferimenti: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/info_sul_forum/comitati-locali/).



Anche io ho aderito e firmato, e tu?



mercoledì 18 settembre 2013

Variante Area ex Consorzio Agrario


Domani in consiglio il voto sulla variante dell'area ex Consorzio Agrario. Quest'ampia area in oggetto, sita in città tra le Vie Canaletto e Fanti, è in disuso da troppi anni e contribuisce a rendere insicuro e degradato un intero quartiere e cosi non puo' restare. Il contenzioso ha bloccato vergognosamente il suo recupero, che si rende sempre più urgente per decoro e perché recentemente, proprio di fronte, è stata realizzata la nuova Scuola Media Marconi ed è necessario risolvere con urgenza anche il problema sicurezza. Forse su questo punto siamo tutti d'accordo. I cittadini del quartiere lo stanno aspettando e lo sblocco della situazione è benvenuto. Lo auspicavo ed avevo già fatto il febbraio scorso una interrogazione in consiglio su tempi e modi di risoluzione del problema. Su cosa fare ci sono idee contrastanti invece. È un'area d'importanza fondamentale per la valorizzazione della città a Nord e per la fascia ferroviaria. E' finalmente il tempo di integrare due parti di città divise dalla ferrovia. Da preferire però un piano urbanistico attuativo unitario, anzichè tre, che ci consente una riqualificazione finalmente armonica e di valore e che lasci grandi spazi di vita all'aperto. Chiedo all'assessore di verificare l'effettiva necessità di realizzare grandi o medie strutture di vendita (viste quelle già esistenti) perchè spero di non veder sorgere altri due ipermercati. Visto l'alto indice di costruzione (0,45) ed i piani previsti (7 per la residenza e 10 per le funzioni produttive) chiedo inoltre di verificare le necessità di tali costruzioni, considerando che nell'area di fronte, ex Mercato Bestiame, le costruzioni procedono a rilento per mancanza di richiesta.E anche lì, al momento, è una desolazione. Finisco con una battuta: riqualificare l'area si ma non significa necessariamente riempirla di palazzi, capannoni e ipermercati.

Sandra Poppi
modenasaluteambiente.it

venerdì 23 agosto 2013

Sull'inceneritore, sostenibilità e costi

Sul tema rifiuti e inceneritore prevale da anni la logica di Hera e del suo piano investimenti. Già illustrato in consiglio comunale e da me piu volte criticato sulla sua sostenibilità fasulla. Hera è ancora a maggioranza pubblica ma è una Spa e soprattutto parla di utili e dividendi.
L'atto autorizzativo, ora in discussione, che avremo modo di verificare su dati e correttezza amministrativa e che spero approdi al parlamento europeo, che sembra banale dal titolo "Modifica non sostanziale" all'AIA - già pubblicato nel sito di ARPA E.R. all'indirizzo http://ippc-aia.arpa.emr.it/Intro.aspx - ma non reso noto, forse anche perchè amministrativamente è possibile fare ricorso entro 60 gg e prima passano meglio è. La conseguenza è che potrà consentire ad Hera di essere virtuosi, per un soffio, e di bruciare rifiuti urbani di tutta la regione e speciali di tutta Italia. Col silenzio e benestare della Giunta e della maggioranza. Oltre al rischio possibile che la multiutility rivendichi la costruzione della Terza linea dell'inceneritore, ora sospesa, ma autorizzata. Così quell'impianto potrebbe divenire della potenzialità di 240.000 t /anno, dalle 180.000 già in esubero attualmente, quindi il piu' grande della regione ed uno dei maggiori in Italia. A spese dei cittadini in termini di salute e di costi veri e propri. La Tares, che pagheremo in seconda rata ora ed il conguaglio a dicembre, è per legge a copertura totale (spalmata sui contribuenti) di investimenti, raccolta e smaltimento. Quindi l'inceneritore lo paghiamo noi.

Il consigliere
modenasaluteambiente.it 
Sandra Poppi

mercoledì 21 agosto 2013

L’hanno sempre chiamato termovalorizzatore anche se non lo era



 L’hanno sempre chiamato termovalorizzatore anche se non lo era. Si doveva chiamare inceneritore e basta, perché il suo rendimento energetico non arrivava al 60%. L’ho detto piu’ volte in consiglio comunale. Ora, col silenzio abituale delle istituzioni con i cittadini, sono riusciti, recuperando calore dal condotto fumi, ad aumentare qualche punto percentuale e dimostrare che è un impianto di recupero di energia R1.
Quell’impianto, nato intorno al 1982, nelle parole di mio padre che assistette alle riunioni degli assessori di allora, doveva essere un impianto europeo di grido, purificatore dell’aria. Il meglio del meglio, salvo dimostrare successivamente che quegli impianti di incenerimento di prima generazione erano altamente inquinanti. Hanno migliorato l’abbattimento dei fumi ma nella sostanza siamo ancora fermi qui. Ora, oltre al danno, la beffa. Interviene anche il piano di competenza regionale dei rifiuti e non piu’ provinciale. Il nostro inceneritore, che è capiente oltre le nostre esigenze ( e per fortuna è sospesa la terza linea ), sarà il ricettore di altri rifiuti urbani provenienti dal resto della regione e speciali anche dal resto d’Italia.
Pensare che l’assessore regionale Freda l’anno scorso dichiarava la chiusura degli inceneritori, ed ha ribadito successivamente piu’ volte la decisione della Regione di superare con il nuovo Piano dei rifiuti il sistema basato su discariche e termovalorizzatori, per puntare soprattutto sul recupero di materia. Obiettivi al 2020: Ridurre la produzione pro-capite di rifiuti urbani del 25%, raggiungere il 70% di raccolta differenziata nel territorio regionale. E noi a Modena cosa facciamo, anche in questo caso? Andiamo puntualmente nel senso contrario. Fare la raccolta domiciliare dei rifiuti, secondo la Giunta costa troppo ma, cambiare tutti i cassonetti stradali inutilmente, e moltiplicarli (quello che stanno facendo ora) vorrei sapere cosa costerà alla comunità modenese. Oltre all’ammortamento dei costi di costruzione della quarta linea dell’inceneritore e suoi adeguamenti successivi. Che pagano i cittadini con la Tares, che è a copertura totale del servizio di raccolta, smaltimento e investimenti.

Sandra Poppi
Il consigliere comunale
modenasaluteambiente.it



mercoledì 14 agosto 2013

Monitoraggio uso fitofarmaci a Modena

Ho recentemente presentato in consiglio comunale un ordine del giorno per chiedere il monitoraggio sull'uso dei fitofarmaci nel territorio comunale.
L’impiego dei fitofarmaci rappresenta pericolo per la salute della popolazione residente nel suo complesso, in primis degli stessi agricoltori, e dei residenti in prossimità, nonché dei consumatori in generale. I fitofarmaci di sintesi, non essendo biodegradabili, inquinano l’ambiente per un lunghissimo periodo, accumulandosi nelle catene alimentari e negli organi sensibili, come tali o come metaboliti tossici, così da moltiplicare la loro pericolosità per la salute umana e animale.
Non esiste un regolamento comunale sull'uso dei fitofarmaci a Modena ed in qualche caso (mi giunge la segnalazione) vengono utilizzati in modo improprio, non rispettando distanze di sicurezza da abitazioni ed anche scuole materne. 
Questi regolamenti, in altre città prevedono espressamente la possibilità, per i cittadini, di segnalare alla polizia locale chi non rispetta le distanze minime per i trattamenti con pesticidi per garantire una distanza di sicurezza ed il rispetto della salute di tutti.

L’ordine del giorno chiede alla Giunta alcune cose fondamentali :
- monitoraraggio nel territorio comunale dell’impiego dei Fitofarmaci di sintesi chimici non consentiti per l’agricoltura biologica sia in ambito agricolo che extra-agricolo;
- promuovere incontri con i comuni limitrofi per adottare strategie comuni che possano disincentivare l’uso dei fitofarmaci, oltre a stabilire distanze e zone di sicurezza per mantenere il diritto a non essere contaminati;
- mettere in atto una campagna di sensibilizzazione rivolta ai produttori locali circa la necessità di riconversione biologica delle produzioni agricole, con adeguata formazione degli operatori e produttori promuovendo le opportune iniziative ivi compreso  un corso di Agricoltura Biologica rivolto agli operatori agricoli e tecnici;
- agire nei confronti della Regione, chiedendo sostegno alla riconversione biologica;
- rimuovere gli eventuali conflitti di interesse tra le parti sociali, al fine di arrivare ad una convergenza economica ed ecologica d’intenti con tutte le parti in causa, nel rispetto dei diritti inviolabili alla salute umana ed ambientale, delle attuali e future generazioni;
- monitorare, in collaborazione con gli organi istituzionali preposti, lo stato di salute ambientale e sanitario.

 Il  Consigliere di modenasaluteambiente.it
 Sandra Poppi



lunedì 12 agosto 2013

Modena, i canali e le mura


 Leggo un intervento di Giovanni Capucci del 6 agosto sul Carlino Modena, sull'idea di riaprire i canali in città. Idea coraggiosa per le risorse economiche attuali del comune ma sicuramente affascinante.
Gli esempi non mancano. Mi viene in mente un’altra città d’acqua, veneta, che ho visitato recentemente, Treviso, in cui vi sono ancora canali scoperti ed ancora conservate le mura. Molto bella. Modena potrebbe esserlo di piu’.
Se osserviamo il disegno della città prima del 1800 e dell’inizio della demolizione delle mura cittadine, viene da rimpiangere il passato.

Risale a un secolo fa la decisione del comune di Modena di abbattere le mura della città per far lavorare i braccianti nel dopoguerra.

Se immagino il Palazzo Ducale liberato dall'Accademia Militare ed il cortile aperto, da una parte la Piazza Roma pedonale e dall'altra l’attuale Corso Vittorio Emanuele II, una volta la Darsena, già mi sembra un sogno.
Fino al XVI secolo nei palazzi e nelle strade che si affacciavano sui corsi d’acqua che attraversavano la città si svolgeva la vita: il commercio, le attività produttive, le feste. La copertura dei canali ha quindi nascosto centinaia di corsi (e anche reti fognarie) che confluiscono nel Canale Naviglio, anticamente navigabile, che dal 1984 è depurato da un impianto a Nord della città, che restituisce le acque al Naviglio che scorre verso il Fiume Panaro, a Bomporto.

L’ultima occasione, di mantenere qualche ricordo dell’importante passato di Modena, l’abbiamo persa qualche anno fa, quando sono iniziati i lavori per la realizzazione del Novi Park. Sarebbe stato un sogno lasciare aperti gli scavi, visti i ritrovamenti importanti, prima di realizzare il garage. Ci si poteva fermare in quel momento e realizzare il parcheggio/garage in altro luogo: ad esempio in via Fanti a ridosso della ferrovia, sotto il parcheggio esistente, dall'altra parte della stazione FS (dove probabilmente è necessario e dove già esiste un sottopassaggio della ferrovia che arriva direttamente in centro, in zona Tempio). Il Novi Park non risolve, così adiacente al centro storico, nè i problemi del traffico nè quelli dell’inquinamento.

Novi Park - scavi 2010



Cosi potrebbe essere un'altra città: i musei, il polo S. Agostino recuperato per la cultura ed il parco archeologico all’aperto, come i Fori Imperiali a Roma. 
Basterebbe avere un'idea complessiva della città, amore e attenzione al passato e al futuro. Non costruire tanto per farlo e per creare lavoro e basta, come un secolo fa.


Treviso

domenica 21 luglio 2013

Il contratto per il servizio di gestione degli impianti di pubblica illuminazione. Confronto Bologna-Modena.



Il contratto, con Hera Spa, per la gestione degli impianti di illuminazione pubblica siti nel territorio del Comune di Modena, scaduto lo scorso dicembre e prorogato, con delibera di giunta del 12/02/2013, fino a tutto  febbraio 2013.
Il caso di Modena, l'avere ceduto a Meta ora Hera spa, la proprietà della rete di illuminazione di Modena, si è rivelato un pessimo affare. Il comune di Bologna non l'ha fatto e può rivolgersi al mercato dell'energia per avere l'illuminazione al costo minore possibile. Il comune di Modena potrebbe farlo ma poi dovrebbe pagare l'affitto della rete ad Hera. Le cifre di cui si parla sono eloquenti: almeno tre milioni per l'energia e il servizio a cui vanno aggiunti tre milioni di remunerazione del capitale (rete e punti luce).
Vi invio questo breve, ma spero esaustivo prospetto dove si tenta un confronto tra il contratto per la pubblica illuminazione sottoscritto dal Comune di Bologna attraverso il portale CONSIP (contratto tipo Servizio Luce 2) e reso noto ieri 18/7/2013 dal Corriere di Bologna ed il contratto di servizio che il Comune di Modena ha con Hera SpA e che vorrebbe rinnovare per un numero imprecisato di anni.

I numeri parlano da soli, i bolognesi spendono meno e la città riceve tanto di più.

Il contratto per il servizio di gestione degli impianti di illuminazione. Confronto Bologna-Modena.

Comune
Bologna (IP)
Modena (IP)
Proprietà della rete
Comune di Bologna
Hera S.p.A.
Ditta incaricata
Enel Sole
Hera S.p.A.
Contratto
CONSIP Servizio Luce 2
Contratto di servizio  
Servizio appaltato
Gestione degli impianti di illuminazione pubblica inclusi i consumi per 45.000 pali, i semafori e gli impianti tecnologici del tunnel Ravone.
Gestione degli impianti di illuminazione pubblica inclusi i consumi per 31.000 pali.
Durata appalto
9 anni
Concessione per  30 anni non più valida per norma di legge; il 31/12/2012 scaduto il contratto di Servizio 2008-2012 (5 anni). Il contratto è rinnovabile per altri 4 anni max.
Costo per il comune
6.482.341, 11 Euro/anno per l’illuminazione pubblica (IP) + 731.924,401 Euro/anno per i semafori
6.000.000 Euro/anno per l’illuminazione pubblica
Costo a palo per l’illuminazione pubblica (IP)
172,51 € / anno

193,54 € / anno
Cosa include l’appalto
• Acquisto energia elettrica
• Esercizio degli impianti
• Manutenzione ordinaria su richiesta dell’ente
• Manutenzione straordinaria su richiesta dell’ente
• Acquisto energia elettrica
• Esercizio degli impianti
• Manutenzione ordinaria
• Manutenzione straordinaria con canone fisso a forfait  (800 mila € di cui 50% per gli impianti di nuova realizzazione ed una quota pari al 50% all’adeguamento e aggiornamento degli impianti già in esercizio).
• Ammortamento del valore dell'impianto (circa 700 mila €/anno) a carico del Comune.
Riqualificazioni co-finanziate
• Eliminazione completa delle lampade a vapori di mercurio, così come previsto dalle normative, e la loro sostituzione con sorgenti ad efficienza elevata con conseguente
• Aumento dell’efficienza degli impianti;
• Eliminazione   completa   delle   cabine   di   trasformazione   di   media   tensione   e sostituzione dei relativi circuiti di alimentazione;
• Attivazione di sistemi di telecontrollo punto a punto sui corpi illuminanti oggetto di intervento.
Spesa cofinanziata dal comune con 671.565 Euro/anno per 9 anni (6.044.080,68 in totale)
• Installazione contatori
• Telecontrollo dei principali punti di consegna della energia (cioè non del tipo punto-punto che permette di intervenire sul singolo palo).
• Monitoraggio dei consumi e dei parametri di funzionamento.
• Riqualificazioni (pagate nel canone)
• Piano Urbano di Illuminazione (classificare aree, individuare edifici storici per scenografie notturne, componentistica di arredo).



Riqualificazioni  a carico della ditta aggiudicatrice
• Completare l’eliminazione delle sorgenti a bassa efficienza;
• Telecontrollo “Punto–Punto” tutti gli apparecchi oggi alimentati in serie (circa i 2/3 del totale) con apparecchi con reattore elettronico dimmerabile;
• Rifacimento di tutte le linee di alimentazione in serie (circa 900 km);
• Eliminazione tutte le cabine media tensione con l’installazione di circa 450 quadri + TLC.
Valore delle opere 19.630.454,36 Euro
Nessuna

Risparmio economico atteso annuo
420-480 mila Euro/anno
Non dichiarato
Risparmio in % sul totale dell’energia
40%
15%
Risparmio in kwh annuo
12 milioni di kWh/anno
Non dichiarato
Risparmio in CO2 annuo
6 milioni di kg /anno
Non dichiarato

Dati di spesa a carico del comune

Comune
Bologna (IP)
Modena (IP)
Canone per i 9 anni
58 341 069,99 (9 anni * 6.482.341,11 euro/anno -- fornitura EE, gestione, man ordinaria) (IVA inclusa)
54.000.000
Manutenzione ordinaria su richiesta (stima)
2.921.189,00 (1*68.689 + 3*465.000 + 5*265.000 + 1*132.500) (IVA inclusa)
Inclusa
Manutenzione straordinaria su richiesta (stima)
2.559.374,00
Inclusa
Investimenti
6.044.080,68
Incluso in forfait (vedi sopra)
SOMMANO
69.865.713,67
54.000.000
Numero pali (IP)
45000
31000
Costo a palo per anno (Euro)
172,51
193,54

Dati di spesa a carico della ditta
Aumento efficienza  e rinnovo impianti
19.630.454
Nessuno

Totale spese comune meno investimenti ditta
Comune
Bologna solo IP
Modena (IP)
Totale
50.235.259,67
(69.865.713,67 - 19.630.454)
1.116,34 Euro a palo in 9 anni
54.000.000
pari a 1.800 Euro a palo in 9 anni

sabato 13 luglio 2013

Iniziativa popolare tutela delle acque. NO ala costruzione nelle aree di rispetto alle falde. Interrogazione 100perModena. Passate e ulteriori nostre iniziative e interrogazioni sul tema.

Gia' nel 2011 avevamo chiesto alla Provincia di Modena di avere accesso al lavoro prodotto dal Tavolo Nitrati perchè il Comune di Modena non partecipava ai lavori del tavolo. 

La risposta è stata per due volte negativa in quanto i lavori non erano finiti e non era ancora stato elaborato il Quadro Conoscitivo. Ormai sono passati due anni e ancora di quel quadro Conoscitivo non c'è traccia.

Per quanto riguarda le aree di via Canizzaro ed Aristotele la nostra interrogazione sulle potenzialità edificatorie dimostra che, nonostante l'emendamento approvato che trasferiva nel documento preliminare del PSC l'intera riconsiderazione del destino delle aree F, l'amministrazione ammette che i diritti edificatori rimangono inalterati.

Infatti l'ass. Giacobazzi in Consiglio, il 17/3/2013, risponde: "effettivamente ci sono, relativamente alle aree F di cui stiamo parlando, delle potenzialità edificatorie previste: sono previste in vario modo e a vario titolo nello strumento urbanistico vigente che, come sappiamo, destina queste zone principalmente ad attrezzature di carattere generale di natura privata, quindi abbiamo detto case di cura, multisala, eccetera, eccetera; ci sono potenzialità edificatorie che dipendono da accordi stipulati tra l'Amministrazione comunale e i privati proprietari ai sensi di un articolo dello stesso PSC, l'articolo 16.7 bis; c'è una potenzialità edificatoria definita dello strumento urbanistico attuale di circa 0,4 metri quadri su metri quadri per quelle zone F che abbiano già degli edifici esistenti, cioè che insistono su insediamenti esistenti. Quindi c'è una questione di potenzialità edificatoria".

La proposta di delibera popolare, presentata ieri insieme alle altre liste e associazioni, inquadra bene questi temi che da parte nostra seguiamo dall'ormai lontano 2009.

Le 300 firme necessarie serviranno a riproporre in consiglio comunale questi temi nella speranza che la maggioranza che governa Modena ritorni su suoi passi.

Lunedì 15 luglio 2013, in consiglio comunale, insieme alla trattazione delle delibere sulle aree F, verrà data risposta anche ad una nostra interrogazione sul rispetto delle decisioni del processo partecipativo dei 100perModena, in cui si chiede alla Giunta Comunale:

• Se si ha l’intenzione di rispettare quanto proposto dai cittadini che hanno partecipato a 100perModena e di non dare corso ai progetti edilizi sulle due aree in questione;


• Come si intende rispettare la delibera delle linee di indirizzo del PSC, e dell’emendamento relativo, che chiaramente prevedono di configurare nel documento preliminare, tenendo conto dei processi partecipativi (100Xmodena, altro?), una completa revisione delle previsioni che attengono alle aree F;

• Cosa significa, nel comunicato dell’Assessore: “ragionare sulla base delle indicazioni ambientali certe che emergeranno dalla VIA, e non in modo pregiudiziale ed emotivo”? Ignorare il parere espresso dai 100 per Modena? Ignorare anche la preoccupazione ed il parere dei Sindaci dell’Unione Terre d’Argine e di Finale E. e S. Felice s/P?


mercoledì 10 luglio 2013

Stato di conservazione delle reti acquedottistiche e determinazione della presenza di fibre amianto

Visti i comunicati relativi all'acquedotto di Carpi, ho ritenuto opportuno presentare in consiglio comunale a Modena questa interrogazione :

La norma di riferimento per l´amianto, DM 14.5.96 all. 3, pur rimandando quanto riferito dall´Organizzazione  Mondiale della Sanità (OMS), ovvero che "non esiste alcuna prova seria che l´ingestione di amianto sia pericolosa per la salute, non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida fondato su considerazioni di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nell´acqua potabile",  pone l´attenzione sul possibile rilascio di fibre da tubazioni o serbatoi in cemento-amianto, soprattutto in relazione all'aggressività delle acque. Il DM citato, richiama l´attenzione delle competenti amministrazioni ad un controllo dello stato di conservazione delle reti nonché ad una rapida e progressiva sostituzione di tubazioni e serbatoi in cemento-amianto.Considerato che nel Comune di Modena, come in larga parte della Regione Emilia Romagna, sembra ci siano almeno il 25-30 % di reti idriche in cemento-amianto; che a seguito di monitoraggi periodici che l'Asl effettua sull'acqua che sgorga dall’acquedotto di Carpi, intensificati dopo il sisma dello scorso maggio, è stata rilevata una presenza di fibre d'amianto tra 1.000 e 11mila fibre per litro. 
La situazione delle reti dell’acquedotto modenese è tale ed indipendente dal fatto che i pozzi di prelevamento del comune carpigiano si trovino a Fontana di Rubiera e che non vi siano collegamenti dell'acquedotto di Carpi con i pozzi di Cognento e in generale con l’acqua prelevata a Modena.

Pertanto si chiede alla Giunta comunale di Modena di sapere:
1)   Se vengono fatti controlli periodici e se è stato fatto un controllo dello stato di conservazione/manutenzione delle reti acquedottistiche dopo i recenti episodi di sisma; 
2) Qual è l’estensione del problema, cioè in quale percentuale, nel territorio Comune di Modena, sono realmente presenti condotte in cemento-amianto e dove?
3) Se è stata fatta un’indagine sulla presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile;
4)  Se si ha l’intenzione di sensibilizzare il gestore della rete dell’acquedotto a procedere ad una rapida e progressiva sostituzione di tubazioni e serbatoi in cemento-amianto, come la norma di riferimento per l´amianto, DM 14.5.96 all. 3, prevederebbe.

sabato 6 luglio 2013

Tessera abbonamento bus "Mi Muovo"

La risposta alla mia interrogazione su Seta e la sostituzione a pagamento delle tessere ABBONAMENTI BUS in cui chiedo di ELIMINARE il costo di 5 € : "Stiamo lavorando per annullare il costo di 5 euro per il cambio della tessera, dopo aver evitato i 5euro aggiuntivi che erano stati fissati solo per l’area di Modena”, afferma l'ass. Giacobazzi, rispondendo in Consiglio comunale a un’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) sulla conversione degli abbonamenti con tessere magnetiche del trasporto pubblico locale nella quale si chiedeva anche se è possibile “sollevare gli utenti” dalla spesa dei cinque euro, magari utilizzando i tre milioni di euro stanziati dalla Regione per l’adeguamento tecnologico.
Giacobazzi ha confermato il lavoro che si sta compiendo “per evitare questa spesa ingiusta per gli utenti, ma la copertura dei costi non potrà arrivare da quei tre milioni di euro che erano assegnati, con una delibera del 2007, sì agli adeguamenti tecnologici ma non alle tessere magnetiche. In ogni caso, il costo dei cinque euro rimarrà per le tessere nuove e per quelle scadute dopo cinque anni”.
“Spero si trovino presto le risorse per risolvere una situazione che oggi determina un’ingiustizia: l’utente, infatti, dovrebbe pagare – ha replicato Sandra Poppi – solo se la sostituzione è dovuta a una sua colpa”.


Oggi leggo che dall'incontro di ieri con l'ass. regionale Peri, pare siano arrivati all'accordo: il costo non puo' ricadere sui cittadini che non possono essere penalizzati da scelte che appartengono alla sfera gestionale del sistema trasporti. Definiranno le modalità tecniche comprese le forme di rimborso dei 5 euro.

Bilancio e dintorni

L'estrema sintesi del mio ultimo intervento di lun 1/7 sul bilancio, sul quale ho votato contro: “il bilancio risente della situazione generale del Paese ma è lontano dalle richieste dei cittadini. I due emendamenti di modenasaluteambiente.it propongono la vendita di parte delle azioni del servizio Farmacie comunali, (ferma restando la proprietà) per finanziare, con sette milioni e 300 mila euro, l'abbattimento del debito del Comune, consentire il pagamento di fornitori e imprese rilanciando l’economia e aumentando l’occupazione, e organizzare la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale per le utenze non domestiche che potranno scaricare il 10% di Iva sulla fatturazione del servizio, al contrario di quanto avviene con la Tares. Con un milione è anche prevista la costruzione della rotatoria tra via Emilia e via Scartazza. Credo inoltre vada sospesa la tassa di soggiorno e ho condiviso la riduzione dei trasferimenti ai gruppi, mentre andrebbe prevista l’Imu sulle attività estrattive”.

L’ordine del giorno, presentato lunedì 1 luglio sul bilancio del Comune di Modena, per il Rinnovo e adeguamento all'inflazione del protocollo d’intesa con Herambiente sul disagio ambientale (somma pari a circa 1.400.000 € che il gestore versa al comune ogni anno per la presenza dell'inceneritore nel territorio comunale, scaduto il 31/12/2013) che chiedevo fosse usato per il finanziamento del porta a porta in tutto il territorio comunale, è stato respinto con il voto a favore delle opposizioni, contrario del Pd e con l’astensione di Sel.

Leggo sulla stampa che le associazioni modenesi la pensano come me sul bilancio del comune e sulla Tares. Non è affatto vero, quanto anticipato dal sindaco, che non avrebbero aumentato tasse e tariffe. Leggo anche che i modenesi, sempre più, sono consapevoli che è necessario recuperare terreni e fabbricati e limitare ulteriore cementificazione.

Lunedi inoltre, nel mio intervento sul bilancio, ma anche in discussioni precedenti, ho detto di essere d'accordo per la riduzione del 30% dei fondi ai gruppi consiliari ed ho votato a favore alla proposta di utilizzarli per portare internet nelle scuole. Anche se le somme a nostra disposizione sono molto inferiori a quelle di cui dispone il Pd.
Ed anche se sarebbe necessario ridurre altri costi: consulenze, incarichi, dirigenti, straordinari.

domenica 23 giugno 2013

L'illuminazione pubblica a Modena

Nel bilancio del comune di Modena, che il 1° luglio verrà approvato, una delle azioni consisterebbe nel risparmiare sul rinnovo dell'appalto dell'illuminazione pubblica. Andando in questa direzione il Comune avrebbe l'appoggio del nostro gruppo consigliare (oltre ai tanti comitati ed opinione pubblica). Per fare chiarezza abbiamo presentato un'interrogazione urgente che verrà discussa domani in consiglio comunale. Risparmiare si può e si deve perchè l'illuminazione della città è un servizio pubblico locale al pari dell'erogazione dell'acqua e della gestione dei rifiuti.
 Il 12 e 13 Giugno 2011 col referendum, la maggioranza assoluta degli italiani si è espressa a favore della fuoriuscita dei servizi pubblici locali da una logica di mercato e di profitto.
Nel caso di Modena, l'avere ceduto (da AMCM a Meta ora Hera, società per azioni) la proprietà della rete di illuminazione di Modena, si è rivelato un pessimo affare. Il comune di Bologna non l'ha fatto e può rivolgersi al mercato dell'energia per avere l'illuminazione al costo minore possibile. Il comune di Modena potrebbe farlo ma poi dovrebbe pagare l'affitto della rete ad Hera! Le cifre di cui si parla sono eloquenti: almeno tre milioni per l'energia e il servizio a cui vanno aggiunti tre milioni di remunerazione del capitale (rete e punti luce)! Queste operazioni si sono svolte nell'epoca del Sindaco Barbolini e l'attuale amministrazione non ha voluto intervenire per correggere la situazione quando era il momento.
Venendo all’interrogazione, visto che in data  31/12/2012 è scaduto il contratto con Hera Spa per la gestione degli impianti di illuminazione pubblica siti nel territorio del Comune di Modena e che con delibera di giunta del 12/02/2013 è stata prorogata fino a tutto  febbraio 2013 la gestione ad Hera Spa .
Considerato che da fine febbraio siamo a contratto e proroga scaduti, che il servizio di pubblica illuminazione è un servizio pubblico locale e la sua gestione deve essere  affidata con procedure ad evidenza pubblica conformi al diritto comunitario e al Codice dei contratti pubblici e che sono da escludere tutte le forme di proroga o di tacito rinnovo degli affidamenti in corso, se  non per lo stretto tempo necessario all’espletamento di procedure ad evidenza  pubblica, si chiede:
- Come viene garantita la copertura contrattuale del servizio per il periodo dal 01/03/2013 ad oggi,  non risultando pubblicate ulteriori delibere di proroga del contratto di servizio con Hera Luce srl;
-  Se e come  il Comune sta procedendo alla predisposizione degli atti necessari ad adempiere alle previsioni di legge in materia di affidamento del servizio di gestione
Comunicheremo ai cittadini le risposte perchè, ancora una volta, viene in evidenza la totale assenza di visione strategica e di politica economica degli ultimi 20/25 anni di chi ha governato questa città. I beni comuni che sono l'essenza stessa dell'esistenza di un comune sono stati svenduti per ottenere che cosa?

Sandra Poppi
Gruppo Consiliare modenasaluteambiente.it


sabato 15 giugno 2013

Il laghetto ed il degrado al Giardino ducale a Modena








La risposta all'interrogazione sul problema del degrado ai giardini ducali di Modena. 
Quello che è stato evidenziato in questi giorni era stato rilevato in novembre 2012 e la risposta è stata 
data dall'Assessore Simona Arletti il 4 febbraio 2013.


In particolare sul laghetto dice Arletti:  "nel corso del 2012, complice un andamento climatico particolare, a partire dal mese di maggio nel laghetto del Giardino Estense si è verificato uno sviluppo anomalo di alghe filamentose, una iperproduzione di questo tipo di alga, che dal fondo raggiunge la superficie e ne copre una buon parte. 
Questo problema non è stato di certo sottovalutato: nel corso dell’anno sono state effettuate due raccolte dell’alga attraverso un braccio meccanico, e diversi trattamenti, sono stati in totale sei a cadenza quindicinale, con dei prodotti specifici che sono compatibili con la presenza di un numero considerevole di pesci di grosse dimensioni. I prodotti enzimatici utilizzati hanno ridotto lievemente l’accumulo delle alghe ed aumentato notevolmente la trasparenza dell’acqua che, grazie a questi interventi, non è risultata maleodorante. I continui 
trattamenti, poi l’abbassamento della temperatura, hanno fatto sì che dal mese di settembre le alghe si sono fortemente ridotte, fino a sparire, lasciando un laghetto quindi con l’acqua limpida. 
Si è effettuato anche un controllo sulla presenza di ammoniaca, che però ha dato un esito negativo, e nel laghetto si può notare come diversi tipi di pesci,  amur, carassio, di tutte le dimensioni continuano a stazionare, quindi questo dimostra che non ci sono state morie nel periodo estivo, e non si è fermato il loro ciclo riproduttivo. Va  tenuto presente che proprio nel corso del 2012, per l’andamento climatico che dicevo, il fenomeno delle alghe è stato diffuso in parecchi corsi d’acqua ed in diversi laghetti delle nostre zone, quindi non solamente nel Giardino Ducale."

Mi sembra degno di nota il fatto che siano passati più di 4 mesi e il problema è sempre all'ordine del giorno. Quello che è stato risposto nell'interrogazione ha avuto un seguito? Tra l'altro l'assessore, sui lavori del laghetto, ha risposto ad una successiva interrogazione di un altro consigliere ma la situazione e' ancora quella delle foto. Un laghetto senz'acqua. C'è anche una tartaruga sopravvissuta in una pozza d'acqua, che ho segnalato al Centro Soccorso animali. Ci auguriamo che l'assessorato  risolva definitivamente il problema.