lunedì 12 agosto 2013

Modena, i canali e le mura


 Leggo un intervento di Giovanni Capucci del 6 agosto sul Carlino Modena, sull'idea di riaprire i canali in città. Idea coraggiosa per le risorse economiche attuali del comune ma sicuramente affascinante.
Gli esempi non mancano. Mi viene in mente un’altra città d’acqua, veneta, che ho visitato recentemente, Treviso, in cui vi sono ancora canali scoperti ed ancora conservate le mura. Molto bella. Modena potrebbe esserlo di piu’.
Se osserviamo il disegno della città prima del 1800 e dell’inizio della demolizione delle mura cittadine, viene da rimpiangere il passato.

Risale a un secolo fa la decisione del comune di Modena di abbattere le mura della città per far lavorare i braccianti nel dopoguerra.

Se immagino il Palazzo Ducale liberato dall'Accademia Militare ed il cortile aperto, da una parte la Piazza Roma pedonale e dall'altra l’attuale Corso Vittorio Emanuele II, una volta la Darsena, già mi sembra un sogno.
Fino al XVI secolo nei palazzi e nelle strade che si affacciavano sui corsi d’acqua che attraversavano la città si svolgeva la vita: il commercio, le attività produttive, le feste. La copertura dei canali ha quindi nascosto centinaia di corsi (e anche reti fognarie) che confluiscono nel Canale Naviglio, anticamente navigabile, che dal 1984 è depurato da un impianto a Nord della città, che restituisce le acque al Naviglio che scorre verso il Fiume Panaro, a Bomporto.

L’ultima occasione, di mantenere qualche ricordo dell’importante passato di Modena, l’abbiamo persa qualche anno fa, quando sono iniziati i lavori per la realizzazione del Novi Park. Sarebbe stato un sogno lasciare aperti gli scavi, visti i ritrovamenti importanti, prima di realizzare il garage. Ci si poteva fermare in quel momento e realizzare il parcheggio/garage in altro luogo: ad esempio in via Fanti a ridosso della ferrovia, sotto il parcheggio esistente, dall'altra parte della stazione FS (dove probabilmente è necessario e dove già esiste un sottopassaggio della ferrovia che arriva direttamente in centro, in zona Tempio). Il Novi Park non risolve, così adiacente al centro storico, nè i problemi del traffico nè quelli dell’inquinamento.

Novi Park - scavi 2010



Cosi potrebbe essere un'altra città: i musei, il polo S. Agostino recuperato per la cultura ed il parco archeologico all’aperto, come i Fori Imperiali a Roma. 
Basterebbe avere un'idea complessiva della città, amore e attenzione al passato e al futuro. Non costruire tanto per farlo e per creare lavoro e basta, come un secolo fa.


Treviso

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