mercoledì 13 ottobre 2010

Sono solo giochi di parole...






Comunicato stampa del Comitato Modena Salute Ambiente
13 ottobre 2010

Il Comitato Modena Salute e Ambiente legge con dissenso il comunicato stampa del Comune di Modena, è semplicemente vergognoso. Non cambia assolutamente nulla: l’inceneritore a regime sarà autorizzato a bruciare 240.000 t/anno. Sono solo giochi di parole per i cittadini che non conoscono la situazione il citare la dismissione delle linee 1 e 2 ( era così previsto, resterà la linea 3 da 60.000 t che sommata alla 4 nuova da 180.000 fanno le 240.000 t/anno, che sono il doppio di prima!). E dire che le emissioni sono inferiori ai limiti di legge. Pur essendo uguali o superiori alla situazione precedente. Questo è inquinamento a norma di legge! Che non sappiamo ancora quali risvolti avrà sulla nostra salute.
Questo diverrà l’inceneritore piu’ grande di tutta la regione e non sapremo di cosa farcene se i rifiuti diminuiranno anche mediante la raccolta differenziata.
Raccolta differenziata che nessuno sarà motivato a fare seriamente ( Hera e Comune per primi) visto che esiste un inceneritore di tale capacità.
In realtà il Piano provinciale dei rifiuti diceva che al 2005 dovevamo raggiungere il 55% di raccolta differenziata, e ancora non ci siamo. La normativa vigente poi stabilisce che bisogna raggiungere il 65% al 2012 e non 2014 e mantenere incenerimento e discarica come residuali.

Il Comitato ribadisce l’assurdità delle dichiarazioni e decisioni prese contro la volontà dei cittadini e continua a chiedere alla Giunta e al Consiglio :
1la  rinuncia al raddoppio della capacità di combustione dell’inceneritore di via Cavazza motivandola con gravi problemi di salute, di sostenibilità ambientale ed economica, aumentando la raccolta differenziata, con un risparmio notevole, meno inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli e con benefici per i Modenesi. Tendendo ad azzerare nel tempo anche l’attuale utilizzo e quindi la dismissione degli inceneritori.

2 – Blocco dell’ammodernamento della terza linea d’incenerimento  da 60.000 tonnellate/anno.

3 – Con il risparmio ottenuto (ipotesi 15-20 milioni di euro) attivare la raccolta domiciliare dei rifiuti in almeno il 50 % del territorio comunale sul modello Albareto, o Carpi o Suzzara ecc., estendendola progressivamente nei mesi successivi (gli abitanti del comune di Modena rappresentano il 27% circa della popolazione della provincia, e il resto?).

4 – Modificare l’Autorizzazione Integrata Ambientale prevedendo 120.000 tonnellate di rifiuti/anno al massimo da incenerire con il nuovo forno.

5 – Modificare l’AIA mettendo a 0,0 tonnellate anno la quantità di rifiuti speciali a libero mercato (sono importabili anche da altrove).

6 – Per tutti le realtà quali uffici, scuole, asili, comunità in genere pubbliche e private, attivare la campagna “Indifferenziata ZERO” volta a incentivare la raccolta differenziata di qualità per tutte le categorie merceologiche, con effetto educativo per tutti. Promuovere la nascita di un centro di riciclo come quello di Vedelago (TV) .

7 – Inserire il principio del “ritorno” degli imballaggi alla fonte. Cioè, in accordo con le categorie produttive e commerciali interessate, gli imballaggi vanno riconsegnati ai fornitori fino a risalire all’impresa produttrice. In sostanza, chi immette imballaggi nella società deve curarne anche il ritorno, così da non caricare la comunità dello smaltimento, fosse anche riciclaggio.

8  – Entro il 2012, tutti i comuni conferenti rifiuti all’impianto devono almeno arrivare alla RD di legge (65%), pena il non ritiro dei rifiuti medesimi.

9 – Trasparenza, verificabilità e qualità dei rifiuti destinati all’inceneritore analogamente a quanto avviene per le emissioni al camino, che sono controllabili da chiunque via internet. Quindi richiediamo quanto serve a questo scopo:
  - Una o più webcam online 24 h collegate agli strumenti che registrano gli inquinanti controllati in continuo. 
  - Una o più webcam online 24 h tali che inquadrino gli autocarri e i vagoni merci in entrata, con dettaglio sufficiente ad identificare il mezzo medesimo e la provenienza.
  - Mettere online i dati di pesatura, tipologia, provenienza rifiuti  ecc. per ciascun mezzo. (supponiamo che tale elenco esista già per uso interno, basterà metterlo online).
- La presenza aggiornata in tempo reale su internet di tali dati è vincolante per l’accesso all’impianto da parte dei mezzi conferenti rifiuti.
- Non devono entrare mezzi “anonimi”. Ogni mezzo, anche dall’esterno deve recare sempre ben visibili i contrassegni della ditta di appartenenza.
  - Accesso e verifica sul posto della corrispondenza dei dati. Deve essere consentito ad un organismo indipendente di cui non facciano parte ad alcun titolo il gestore o altri a lui riconducibili.
  - utilizzare nuove tecnologie come la vagliatura e selezione del rifiuto prima di essere incenerito (metodi utilizzati negli impianti che adottano le migliori tecnologie).

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COMUNE DI MODENA - Comunicato Stampa 

INCENERITORE, OK A SOSTITUZIONE DELLA TERZA LINEA
Modena manda in pensione le discariche, scommette sulla raccolta differenziata dei rifiuti, che ha già raggiunto il 50%, e sulla termovalorizzazione


Modena manda definitivamente "in pensione" le discariche, raggiunge il 50% di raccolta differenziata, incrementa il porta a porta, decide di dismettere le linee 1 e 2 dell'inceneritore dei rifiuti e di ristrutturare la terza, ora ferma, come previsto dall'Autorizzazione integrata ambientale del 2007. Ciò consentirà di realizzare un impianto con emissioni molto inferiori rispetto ai limiti di legge, capace inoltre di produrre energia elettrica e termica e di riscaldare migliaia di case modenesi col teleriscaldamento, bruciando rifiuti e sostituendo altrettante caldaie a combustibili fossili. Lo ha deciso la Giunta comunale nella seduta di martedì 12 ottobre, in sintonia con il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, che attribuisce al termovalorizzatore un ruolo centrale nel processo di smaltimento dell'indifferenziata. Per procedere, il Comune terrà comunque conto del parere degli organismi di controllo ambientale.
"L'intervento eviterà di fare ricorso, in caso di fermo impianto, a discariche distanti, che comportano costi elevati - spiega il sindaco di Modena Giorgio Pighi - e la città deve potersi garantire l'autosufficienza nella gestione dei rifiuti. Il nuovo impianto si avvarrà di tecnologie moderne, capaci di ridurre considerevolmente le emissioni in atmosfera e limitare ulteriormente l'inquinamento dell'aria. Consentirà inoltre di rispondere in modo più adeguato alle esigenze del sistema produttivo, fatto di piccole e piccolissime imprese artigianali e commerciali, controllando gli incrementi dei costi dei servizi e quindi delle tariffe", conclude il sindaco.
Nella provincia di Modena si producono, infatti, oltre un milione 900 mila tonnellate di rifiuti speciali, escludendo quelli provenienti dalle attività di costruzione e demolizione, e 456 mila tonnellate di rifiuti urbani. Materiali inerti, ferrosi, metalli e vetri vengono avviati ai recuperatori, ma una parte rilevante di rifiuti, in tutto e per tutto simili a quelli urbani, vanno in vario modo in diversi impianti di smaltimento fuori dalla provincia: discariche, inceneritori o centrali termiche e cementifici, con trattamenti non sempre corretti.
La possibilità di bruciare una quantità maggiore di rifiuti prodotti dal mondo delle imprese è facilitata dall'aumento della raccolta differenziata, passata dal 30% nel 2005 al 50% di oggi, con un incremento medio di 5 punti ogni anno e con l'obiettivo di raggiungere il 65% entro il 2014. Accordi volontari per la riduzione della produzione dei rifiuti hanno consentito di contenere l'aumento della produzione (che si attesta sui 690 chilogrammi pro capite l'anno), sono state attivate 2 nuove isole ecologiche, una fissa e una itinerante, mentre circa 11 mila cittadini sono coinvolti in attività di raccolta domiciliare (porta a porta) parziali o integrali. Centinaia di cassonetti grigi sono stati inoltre eliminati e sostituiti con quelli destinati alla differenziata ed è in corso, nel territorio della Circoscrizione 3, un progetto per aumentare l'efficienza del sistema di raccolta stradale.
"Sulla base delle indicazioni date dal Consiglio comunale - ricorda l'assessore comunale all'Ambiente Simona Arletti - abbiamo chiesto a Hera di mettere a punto un progetto che incrementi anche la raccolta porta a porta a partire dai residenti del centro storico, ristoranti, bar e negozi di frutta e verdura". In città sono già 846 gli esercizi commerciali a cui viene garantito un servizio individualizzato di raccolta differenziata dei rifiuti e circa 3 mila le famiglie del centro che volontariamente aderiscono alla raccolta domiciliare.
Oggi Modena è tra le prime 3 città italiane con oltre 150 mila abitanti per la raccolta differenziata e la percentuale avviata a smaltimento si è ridotta allo 0,2%, mentre il ricorso alle discariche sul territorio provinciale è ulteriormente sceso a poco più del 17%. Col progetto Sistema Modena 65 si punta a creare un modello Modena condiviso coi cittadini.
"Stiamo costruendo la comunità del recupero e del riciclo che l'Europa ci chiede - conclude Arletti - e l'area impiantistica di via Caruso sarà riqualificata con l'obiettivo di diventare un polo avanzato del riciclo. Oltre alla sostituzione della vecchia linea ai fini di migliori prestazioni anche ambientali, si prevede di potenziare l'impianto di selezione per aumentare il recupero dei materiali prima dell'incenerimento e di riconvertire gli impianti dei rifiuti pericolosi e degli altri rifiuti speciali per aumentare il riciclo".





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