giovedì 25 settembre 2014

L'art. 35 dello Sblocca Italia

In relazione all'art 35  del decreto "Sblocca Italia"  che prevede la costruzione di nuovi inceneritori e di una rete nazionale di inceneritori, alcuni gruppi a valenza ambientale presenti sul territorio nazionale, tra cui anche il Comitato Modena salute ambiente, hanno  promosso una petizione indirizzata al Ministro dell'Ambiente Galletti e ai Presidenti delle commissioni Ambiente di Camera e Senato, rintracciabile al seguente link :



Lsoluzioni delineate nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete e contrarie alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in materia di rifiutiper i seguenti motiviIl decreto Sblocca Italia non ha minimamente preso in considerazione il fatto che oggi, in Italia, disponiamo di tecnologie in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti, compresi quelli indifferenziati. Tali impianti che consentono di chiudere il ciclo senza discariche e inceneritori. vantaggi derivanti dalla scelta di utilizzare le nuove tecnologie di trattamento dei rifiuti sarebbero: il recupero di materie prime di cui l'Italia non dispone a sufficienza, la creazione di numerosi posti di lavorolo sviluppo della green economy, notevoli risparmi nella bilancia dei pagamenti.
Uno studio commissionato da Conasulle ricadute economiche ed occupazionali derivanti dal raggiungimento degli obiettivi di riciclo fissati dall’Europa al 2020, stima che nei prossimi sei anni, dagli investimenti nelle nuove tecnologie, si creerebbero da90 mila a 190 mila posti di lavoro. Tutto questo dipenderà esclusivamente dalle politiche nazionali e regionali che verranno messe in atto. Il potenziale di crescita economica e sociale derivante dall’uso delle nuove tecnologie si realizzerebbe in primo luogo al Sud dove mancano gli impianti a servizio della gestione dei rifiuti ma anche nel resto del Paese perché discariche e inceneritori potrebbero, anzi dovrebbero, essere sostituiti da moderni impianti che chiudono il ciclo consentendo di recuperare materia. Al contrario il decreto “Sblocca Italia” si preoccupa unicamente di soddisfare gli interessi delle lobby degli inceneritori e non prende minimamente in considerazione alcune tecnologie per trattare i rifiuti indifferenziati che sono molto più sostenibili sotto il profilo ambientale e molto più produttive sotto il profilo economico. Inoltre “tutti gli impianti (di incenerimento) devono essere autorizzati a saturazione del carico termico”, con la conseguenza di disincentivare la raccolta differenziata e di bloccare per oltre venti anni lo sviluppo della green economy nel settore del riciclo dei materiali provenienti dai rifiuti.

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