giovedì 13 maggio 2010

Forse è stato uno sbaglio ...

Caro Giovanni,
si, forse abbiamo sbagliato! Tu a fare le consultazioni secondarie e io a presentarmi sperando di non dividere il movimento e che fosse un percorso democratico. Un'illusione. Se non mi fossi presentata, mi avreste escluso perchè mi sottraevo al confronto. Un motivo ci sarebbe sempre stato.
Ma che c'entrano le assemblee sul territorio, il voto diretto tramite internet, il portale?
Ma che voto secondario? Non avevano già votato alle urne i cittadini?
E che cosa c'entra il risultato a Modena, che tra l'altro ha raddoppiato la sua percentuale di voti al Movimento dalle elezioni amministrative del giugno 2009.
Certo, il seggio è scattato anche per il successo e il lavoro di tutti, ma è maturato a Modena (quale seconda provincia della regione per popolazione) e non poteva essere eletto uno di Forli-Cesena o Rimini (anche se nessuno l'ha proposto e lo meritava).
Ma che cosa significa democrazia? Guarda caso ,una forma di governo in cui la sovranità appartiene al popolo.

Vale sempre quella frase di Mahatma Gandhi:"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".

Sandra Poppi

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GIOVEDÌ, 13 MAGGIO 2010

Pagina 15 - La Gazzetta di Modena - Cronaca

Favia: «Con Sandra Poppi forse si è sbagliato Ballestrazzi, quanti guai»

di Gabriele Casagrande
Ufficio di presidenza, la trasparenza, la legge anticasta, le famigerate secondarie di aprile e Vittorio Ballestrazzi. L'ex candidato governatore dei grillini si dice rammaricato per la recente esclusione del Movimento dall'Ufficio di Presidenza: «Questo organo vuol dire tantissimo: decide come organizzare i lavori dell’assemblea legislativa e come organizzare la trasparenza verso i cittadini - spiega Favia - Per noi era fondamentale entrarci per fare passare i nostri principi di trasparenza totale. Anche per i budget dei gruppi consigliari, che spesso vengono usati per finanziare i partiti o privatamente i consiglieri stessi».
E'una prima sconfitta?
«Vogliamo portare una rivoluzione della trasparenza, l'opposizione vera si fa con il controllo dei conti. Il fatto è che noi, come seconda forza di opposizione, non siamo stati tutelati dalla maggioranza, ci hanno detto che la seconda forza di opposizione è l'Udc».
Così non passate per cacciatori di poltrone?
«Non chiedevamo poltrone, il nostro stipendio rimane lo stesso, noi vogliamo fare i consiglieri regionali e portare avanti il nostro programma. Ora vedremo i ruoli delle minoranze: sono circa una decina e devono rappresentare tutte le forze».
Avrete spazio?
«Con l'aria che tira sembra che ci vogliano escludere da tutto. Non è un fatto di poltrone, è che il Pdl ha fatto man bassa complice il Pd».
E la trasparenza?
«Pubblicheremo i conti del budget del gruppo consigliare beppegrillo.it. Gli altri gruppi, invece, hanno il budget segreto e non è visibile neanche a noi consiglieri: chiederemo la pubblicazione di tutti i conti».
La prima legge che presenterete?
«Riguarda le nomine per le società a capitale pubblico. Oggi sono nomine dirette senza meritocrazia, concorso pubblico e trasparenza. Proporremo una legge per normare queste nomine, mettendo al centro il merito».
Superati i problemi nati con le secondarie che hanno escluso Sandra Poppi?
«Sono convinto che il Movimento non abbia sbagliato con le secondarie. Potremmo avere sbagliato sul caso Poppi, ma siamo andati avanti consultando il Movimento. Non ero favorevole all'assemblea dei 40, avrei preferito un'altra strada: assemblee dirette sul territorio con i due candidati o voto diretto tramite internet. Quando il portale sarà pronto non avremo più problemi di questo tipo».
E con Ballestrazzi?
«Attraverso i media ha cercato di fare passare un messaggio distruttivo, dicendo che avrei voluto fare passare un amico portaborse per sacrificare Modena e Sandra Poppi: nulla di più falso. Ai difensori improvvisati della democrazia, che per primi sono incapaci di confrontarsi con gli elettori in assemblea, chiedo perché non dicono che il secondo consigliere non è stato fatto grazie ai risultati di Modena che sono sotto la media regionale? Perché non dicono che il secondo consigliere è scattato grazie a Bologna e Forlì-Cesena? Perché non dicono che il candidato con più preferenze è stato Giorgio Rosso a Rimini e che se ci fosse stata la volontà collettiva avremmo potuto dare il seggio a lui?»
La guerra continua?
«Ballestrazzi mi attacca aggrappandosi a qualsiasi indiscrezione: è passato da un carro all'altro e sta distruggendo il Movimento a Modena. A Bologna, all'ultimo incontro del gruppo, eravamo in 300 e aumentiamo sempre di più in tutti i quartieri: a Modena c'è una spaccatura profonda, ci sarà pure un motivo...».
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Da un post degli Amici di Beppe Grillo di Roma:

http://www.meetup.com/Grilli/messages/boards/thread/8928646/post/35073863/?

«Nel movimento a Cinque stelle, a differenza di ciò che accade nei partiti, non vi è nessuna corsa alle poltrone» era il biglietto da visita del candidato alla presidenza dell’Emilia Romagna Giovanni Favia. E invece, potenza di quel 7 per cento che ha fruttato due posti nell’assemblea regionale, è finita con la lista di Beppe Grillo avvitata in un meccanismo di ferocia burocratica, e con i grillini ad accusare: «Siamo come tutti gli altri partiti».
È successo che Favia, candidato alla presidenza ma anche nei listini provinciali di Bologna e Modena, sia stato eletto in entrambi i collegi, nel primo con 9.300 preferenze e nel secondo con 2.500. Il che gli imponeva di optare per uno dei due, liberando un posto a uno dei candidati risultati primi fra i non eletti, Andrea De Franceschi a Bologna oppure Sandra Poppi a Modena. Scelta non difficile, per uno che alla vigilia del voto dichiarava fiero: «Rispetteremo l’indicazione delle preferenze». Chiaro che avrebbe dovuto scegliere Bologna, e cioè la provincia che con maggiore convinzione lo aveva sostenuto. Tanto più che così avrebbe lasciato il seggio alla Poppi, che a Modena ha raccolto 717 voti, il doppio dei 376 di De Franceschi. Sarebbe stata la quadra perfetta, e invece. Sul più bello, Favia non se l’è sentita. «Di scegliere in modo unilaterale privatizzando la decisione» ha detto lui con mano sul cuore. «Di far fuori il tuo braccio destro» ha ringhiato una parte del movimento sul piede di guerra.
Come che sia, ecco la soluzione: il movimento ha indetto «elezioni secondarie», che in una nota ha definito «strategia innovativa, rivoluzionaria nell’ottica della trasparenza e della democrazia» e insomma roba da far impallidire le primarie del Pd, l’avanguardia della partecipazione. La decisione è stata affidata a 40 delegati, tutti candidati a consigliere regionale e perciò titolati a esprimersi «con voto libero, segreto e secondo coscienza» in quanto «grandi elettori» del movimento e quindi in ultima analisi «saggi».
Le previsioni in Rete non lasciavano spazio a dubbi: la Poppi è favorita, ovvio. Le aspettative erano altissime: «Se Sandra non andasse in Regione anche questo movimento sarebbe come tutti gli altri partiti, facciamo valere il voto dei cittadini» si leggeva sui blog. Macché. All’assemblea in 31 hanno scritto il nome di De Franceschi. Immediata la rivolta sul web contro «la politica del già visto». Con i grillini a demolire lo slogan di Beppe, «ognuno vale uno»: «Si sono fatte le primarie dopo il voto, complimenti. Ognuno vale uno, ma decide sempre qualcuno, tutti gli altri son nessuno, sicuri che vogliamo cambiare in meglio la politica?».

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