mercoledì 15 settembre 2010

Il MONITER: monitoraggio degli inceneritori in Emilia Romagna - 14/09/2010

  
La Regione ed Arpa ci hanno illustrato i dati Moniter sul sistema di sorveglianza ambientale e valutazione epidemiologica nelle aree sensibili ed esposte agli 8 inceneritori del nostro territorio. Per questo studio, relativo agli anni 2007-10, sono stati presi in esame solo i nascituri con parti gemellari, basso peso, nati pretermine e rapporto tra i sessi.  Come immaginerete, tutto a posto. Sono andata a Bologna personalmente per ascoltare. Le conclusioni dicono che, nel periodo in esame e per tutti i livelli di esposizione, non si rilevano differenze significative. Abbiamo speso un sacco di soldi (3 milioni di euro) per nulla, mi viene da dire, sempre per avvalorare la tesi che l’attuale gestione dei rifiuti, per lo piu’ mediante incenerimento, è la scelta giusta. Non sono una scienziata e non voglio pensare alla malafede di chi ci ha lavorato. Però in tanti anni sul tema ho letto ed ascoltato tanti pareri diversi. Puo’ darsi che sia semplicemente la difficoltà di cercare il metodo di studio, troppo limitato nel tempo, e nel cercare i parametri giusti. Nel definire quell’area di esposizione, a seconda delle ricadute, nel Moniter 4 Km di diametro intorno all’inceneritore, che a Modena è cambiata a seconda di chi la analizzava ( Arpa, Ausl, Hera) o proponeva o di che cosa voleva trovare  oppure non trovare. Ha cambiato forma e ampiezza, da cerchio a ellisse a ovale, di tutto. Alla fine, l’assessore Lusenti alle politiche sulla salute della Regione, con sentimento, ci racconta di essere soddisfatto del lavoro svolto, come gli altri al tavolo del resto, che sulla nostra salute incide soprattutto la condizione socio-economica della gente, che non ci sono quindi evidenze che gli inceneritori provochino danni. Aggiunge quindi che si andrà avanti così, che l’obiettivo della regione è l’autosufficienza sulla gestione e smaltimento dei rifiuti e quello di eliminare le discariche. Giusto. Peccato che tutto il resto l’abbia dimenticato, soprattutto che anche con l’inceneritore non potrà eliminare le discariche ( speciali, poi…) perché il 30% dei rifiuti diventa cenere e polverino e che sono altamente tossici. Che l’inceneritore è un’illusione: i rifiuti non entrano e poi scompaiono, cambiano solo forma.
Ha dimenticato o non ha ascoltato qualche passaggio, non molto evidente ma chiaro di due persone illustri presenti in sala che hanno detto il loro parere. Il Dott Giancarlo Pizza, che rappresenta ben 22.000 medici dell’Ordine Regionale che ha ricordato di essere intervenuto nel 2007 sul tema invitando ad abbandonare il sistema dell’incenerimento e di essere stato ripreso e accusato dall’allora Ministro dello sviluppo economico Pierluigi Bersani, di occuparsi di fatti non suoi ( …la salute pubblica, ndr). Non ha ascoltato neppure l’intervento del Dott. Marco Martuzzi, epidemiologo dell’O.M.S. che ha invitato chiaramente i presenti a non aspettare ulteriori evidenze su malattie e di adottare il principio di precauzione.
Ha dimenticato in toto che si potrebbero fare altre scelte, che l’alternativa esiste e deve essere prioritaria: che la raccolta domiciliare dei rifiuti è l’unica che potrà farci arrivare al 65% di raccolta differenziata previsto per legge al 2012. Oltre al riuso, recupero, ai trattamenti a freddo, ai centri di riciclo. Continuo ad aspettare (gli ulteriori studi la presa di coscienza di qualcuno, magari!) e concludo con le parole di Paul Connett, il portavoce a livello mondiale dell’obiettivo Rifiuti Zero al 2020 : “Il rischio non è accettabile se evitabile”.

Sandra Poppi

PER INFO 
Dal sito del progetto Moniter:

L’ordine regionale dei medici e la lettera del Ministro Bersani:




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