domenica 26 ottobre 2014

Anche Settis, Garzillo e Prosperi sul S.Agostino


 


«Usciamo dalla notte dei beni culturali», lo scriveva su La Repubblica il 6 maggio 2013 Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale di Pisa ed ex presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali del Mibac.
Settis lamentava una privatizzazione strisciante dei beni culturali e quale esempio, su cui nei giorni precedenti si era espressa negativamente anche Italia Nostra, faceva il caso Sant’Agostino di Modena. «Il progetto, spiega Settis, è in deroga a tutte le norme, le torri disegnate per il Sant’Agostino da Gae Aulenti sono inammissibili, le biblioteche Estense e Poletti che lì si vuole trasferire saranno snaturate nella loro funzione e natura».
Il progetto del restauro dell’ex ospedale settecentesco di Sant’Agostino, annunciato dalla proprietaria Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per il 2017 e affidato allo studio della scomparsa Aulenti insieme allo Studio Doglioni di Belluno e a Ingegneri Riuniti-Consorzio Leonardo di Modena, prevede tra le altre funzioni culturali, terziarie e commerciali il trasferimento lì della statale Biblioteca Estense e della comunale specializzata in storia dell’arte e architettura Luigi Poletti. L’investimento, nato a seguito di una convenzione firmata nel 2007 dallo Stato, dalla Fondazione e dal Comune, è pari ad almeno
60 milioni di euro

Sul recupero dell'Ex Ospedale S. Agostino e sul trasferimento delle Biblioteche Estense e Poletti avevo interrogato in Consiglio comunale l'assessore Alperoli l'inverno scorso. Avevo posto diverse domande sull'opportunità dei trasferimenti e sulla correttezza e idoneità della costruzione delle Lame librarie del progetto di Gae Aulenti. Adesso si aggiungono perplessità alle perplessità già espresse a questo progetto del 2006, modifica nascosta al PSC e irregolarità sull'autorizzazione. Sui dubbi sul fatto che non fosse opportuno e non economico questo intervento si sono espressi l'anno scorso anche l'ex soprintendente Garzillo e lo storico Prosperi ed usavano toni gravi di dissenso. Sia sulla realizzazione delle Lame librarie che sul trasferimento pericoloso di quel patrimonio storico di libri in un'altra sede.
Sarebbe forse stato forse più opportuno trasferirvi la Galleria Civica e la Biblioteca Delfini?
L'assessore allora aveva promesso di rivedere decisioni e ridiscutere la destinazione dei locali in una commissione con tutti i soggetti interessati, comune, bibliotecari, fondazione. Cosa che immagino non abbia avuto seguito.

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