martedì 16 febbraio 2010

Testamento biologico e autodeterminazione terapeutica

Qualche giorno fà sono andata alla presentazione del libro postumo "Ocean terminal" di Piergiorgio Welby.Ho sentito parlare di sofferenza e di dignità della persona. Mi sono commossa. Da tempo volevo occuparmi di testamento biologico e autodeterminazione terapeutica perchè l'argomento m'interessa in modo particolare. Mi sembra una favola: non possiamo decidere nemmeno come e quando andarcene. Eppure la costituzione all'art. 3 dice: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Per le cure palliative e la terapia del dolore il parlamento deve legiferare. In pratica non ci sono perchè costano troppo. Poi deve esserci un servizio messo a disposizione dal comune. Istituiamo i registri comunali dei testamenti biologici.Il medico deve conoscere la mia volontà e deve essere certo che è proprio la mia, è fondamentale. A Pavullo questo servizio è ora realtà. Il Comitato art. 32 ha presentato in Comune a Modena una delibera di iniziativa popolare e a breve dovrà essere trattata. Sosteniamola. Auspichiamo anche che il parlamento arrivi ad una soluzione equilibrata in cui la tutela del principio di libera determinazione e il divieto di accanimento terapeutico non determinino alcuna lesione del valore della tutela della vita.

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