Oggi si celebra la giornata
internazionale contro la violenza alle donne. Condivido questo poster che parla
da solo e leggo sul web: 129 donne uccise per motivi di genere nel corso
del 2011, 105 solo nei primi 9 mesi del 2012, migliaia quelle seguite dai
centri antiviolenza dal 1 gennaio al 31 ottobre 2012.
In questi giorni poi leggo anche questa notizia: “Scontro aperto tra due donne-leader sulle
quote rosa in Europa. La commissario europea alla Giustizia, la lussemburghese
Viviane Reding, ha presentato una proposta di legge che il Parlamento europeo
dovrà votare per poi passare la scelta ai governi nazionali, e che chiede che
nelle circa cinquemila aziende quotate in Borsa nell'Unione europea si imponga
una quota rosa ai livelli dirigenziali, assegnando a donne il 40 per cento
delle poltrone nei consigli di sorveglianza. La proposta ha suscitato l'immediato,
deciso, no della cancelliera Merkel. Secondo la quale la questione delle pari
opportunità va risolta a livello delle sovranità nazionali e non decisa a
livello di autorità dell'Unione europea.”
Possiamo farcela? Io dico che ancora non ci
siamo. Quando sento parlare di pari opportunità o di quote rosa, ovvero quote minime di
presenza femminile all'interno degli organi politici istituzionali elettivi e
non, mi viene la nausea.
Siamo ancora fermi qua: anche in Italia dobbiamo ancora difenderci dentro
alle mura domestiche ed abbiamo ancora bisogno di strumenti legislativi per
fissare le quote minime di presenza femminile. Preferirei che queste cose fossero ricordate gli altri 364 giorni dell’anno.
Aggiungo:
SE TI SERVE AIUTO CHIAMA IL 1522 DELLA RETE NAZIONALE ANTIVIOLENZA CHE FUNZIONA
24 ORE SU 24.
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