Il 5 novembre scorso ho presentato in consiglio comunale anche questa mozione per aderire alle dieci mosse per diminuire i rifiuti. Questo per ricordare anche la settimana europea per la riduzione dei rifiuti a fine novembre. Mi sembrava un buon proposito. L'atto è stato bocciato dalla maggioranza, con la motivazione che non avevano avuto il tempo di valutarlo prima. Strumentale e incomprensibile. Non c'è niente di complesso. Sono buone proposte per iniziare a far qualcosa di concreto sulla diminuzione dei rifiuti. L'obiettivo principale della legislazione comunitaria e nazionale. Senza questo non andiamo da nessuna parte.
Sostenete anche voi la petizione: Meno rifiuti più benessere in 10 mosse.
10 AZIONI PER L'INDUSTRIA UTILIZZATRICE DI PACKAGING E LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA DA METTERE IN PRATICA SENZA INDUGI E PROMUOVERE CON UN'APPROPRIATA COMUNICAZIONE
1) Sostituire tutti gli imballaggi non riciclabili,
che impediscono un riciclo efficiente o che compromettono la qualità
del riciclo con imballaggi riciclabili andando verso l'impiego di
monomateriali (o imballaggi di più materiali, tra di loro facilmente
separabili e per i quali esista una filiera del riciclo). Inoltre
nell'impiego di materiali teoricamente riciclabili o compostabili come
ad esempio il PLA (o acido Poli-lattico) va verificato se la filiera di
raccolta esistente al momento sul territorio nazionale è in grado di
gestire il materiale senza disfunzioni e se lo stesso può essere
effettivamente compostato o riciclato con metodologie meccaniche o
chimiche. Stessi accorgimenti sono applicabili dal mondo della grande
distribuzione organizzata (GDO) per il packaging dei prodotti a marca
propria e nei confezionamenti dei prodotti alimentari che avvengono nei
punti vendita.
2) Ridurre il peso degli
imballaggi con l'eliminazione dei doppi imballaggi e componenti
accessori all'imballaggio superflui e la messa in commercio di prodotti
iperconcentrati o allo stato solido. Tra i doppi imballaggi (o
packaging secondario) di cui si può fare a meno ci sono le confezioni di
cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per
il corpo e gli involucri impiegati per avvolgere le due confezioni di
caffè macinato utilizzati da molte marche note, sostituibili con una
grafica dell'imballaggio primario che evidenzi l'impossibilità di un
acquisto separato delle 2 unità. Alcuni componenti accessori
dell'imballaggio, oltre a complicare conferimento e riciclaggio quando
non separabili, costituiscono uno spreco evitabile come ad esempio
tappi e fascette per richiudere le confezioni ma anche i manici dei
flaconi. Si può tranquillamente tornare a fare a meno dei tappi a vite o
a linguetta applicati a contenitori in tetrapack soprattutto quando
termosaldati e difficilmente separabili. Esistono in commercio soluzioni
riutilizzabili che possono assolvere alle stesse funzioni garantite
dalle parti accessorie (come clip e mollette per richiudere le
confezioni al posto delle fascette). Ripensare le formulazioni dei
prodotti in particolare nel settore della detergenza dove il principale
ingrediente è l'acqua e mettere a disposizione prodotti iperconcentrati o
in forma solida si possono evitare tonnellate di plastica, ridurre i
viaggi dei camion e le emissioni di Co2 complessive dovute alla
produzione, distribuzione e riciclo del packaging.
3) Sostituire o eliminare
negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il
riciclaggio come le etichette sleeves e l'uso di additivi, coloranti e
composti esterni. Le etichette sleeves che rivestono tutto
il contenitore creano enormi problemi quando sono di diverso materiale
plastico rispetto al contenitore che rivestono. Per motivi tecnici ed
economici vengono scelte in PVC in molti casi e applicate su contenitori
in PET. Questa pratica compromette il riciclaggio sin dalle prime fasi
di selezione. A causa della sleeve in PVC il contenitore in PET non
viene riconosciuto dai lettori ottici degli impianti di selezione
automatica e viene scartato finendo in discarica o negli inceneritori
visto anche l'insostenibilità economica della selezione e rimozione
manuale dell'etichetta. Se le bottiglie di plastica delle bevande
fossero tutte di PET trasparente la riciclabilità sarebbe ottimale
(evitando selezioni per colore e massimizzando il valore del materiale
riciclato) ed è per questo motivo che in Giappone è consentito produrre
solo bottiglie trasparenti.
4) Ottimizzare l'impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell'eterogeneità delle plastiche con l'utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.
4) Ottimizzare l'impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell'eterogeneità delle plastiche con l'utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.
5)Promuovere l’uso di contenitori a rendere (anche in plastica infrangibile)
6)Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare il packaging al posto di materia vergine.
7) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi
che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il
grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso. Sulla base di questo
grado di riciclabilità potrebbe essere fissato il livello di contributo
ambientale che tale imballaggio deve pagare al sistema di raccolta.
8) Nei punti vendita della GDO:
favorire la nascita di circuiti specifici a “filiera breve”
raccolta-riciclo-riprodotto, anche con sistemi a cauzione come avviene ad esempio in molte catene GDO centro europee.
9) Nei punti vendita della GDO: eliminare l'imballaggio eccessivo e ridurre il consumo di sacchetti monouso per l'ortofrutta.
Per quanto riguarda alcuni prodotti alimentari confezionati in loco (ad
es i formaggi) è possibile ridurre l'imballaggio alla sola pellicola
eliminando i vassoi in polistirolo. Nel settore ortofrutta si può
ridurre il consumo di sacchetti monouso mettendo a disposizione dei
clienti una soluzione riutilizzabile come i retini in cotone o
poliestere proposti dalla campagna Porta la Sporta con l'iniziativa
Mettila in rete.
10) Nei punti vendita della
GDO: favorire un cambio di abitudini che spinga i cittadini consumatori
al riutilizzo di contenitori portati da casa e all'adozione di prodotti
con parti intercambiabili adatti all'uso multiplo in quanto
unica strategia possibile ed efficace per ridurre il consumo usa e
getta. Per quanto riguarda i prodotti acquistabili sfusi con contenitori
riutilizzabili del settore detersivi e detergenti per la casa e la
persona è stato rilevato da negozi specializzati in prodotti sfusi che,
quanto più ampio è l'assortimento a disposizione dei clienti, tanto
maggiore diventa lo smercio con questa modalità. La GDO può guidare le
scelte dei consumatori dalle versioni usa e getta a versioni adatte
all'uso multiplo mettendo a disposizione e valorizzando queste ultime.
Partendo da un oggetto usato quotidianamente come lo spazzolino da denti
va notato che l'offerta di modelli con testine intercambiabili è quasi
inesistente o poco visibile. Solamente la Coop ha in assortimento un
modello di spazzolino con testine intercambiabili a marca propria
(realizzato in Italia) in tutti i punti vendita. Tutti i modelli di
spazzolini presenti in assortimento sugli scaffali delle maggiori
insegne della GDO sono spazzolini monouso che per lo più arrivano dalla
Cina, tranne un unico modello che non è però capillarmente diffuso nei
punti vendita.
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